Dal vino al velo, i tabù del cerimoniale con l'Islam

Roma - In occasione di visite e incontri ufficiali con leader di Paesi islamici, il cerimoniale dei governi occidentali deve spesso tenere conto delle sensibilita' religiose. Questi i gesti di cortesia per gli ospiti rivelatisi piu' controverse:
- IMMAGINI DI NUDO E STATUE 'SVESTITE': e' stato spesso ritenuto opportuno coprire immagini di nudo e statue. Prima del caso Rohani, gia' a Firenze, nell'ottobre scorso, era stato celato con un paravento un nudo dell'artista Jeff Koons, in occasione dell'incontro a Palazzo Vecchio tra Matteo Renzi e il principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed Bin Zayed Al Nahyan.
- IL VELO PER LE DONNE: in occasione di visite di Stato in Paesi islamici e' opportuno che le donne indossino il velo. Nel dicembre 2013 l'allora ministro degli Esteri, Emma Bonino, sbarco' a Teheran a capo scoperto ma poi indosso' il velo per tutto il resto della visita . Nel luglio scorso, l'Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, incontro' a Teheran il ministro degli Esteri iraniano: il capo della diplomazia europea indosso' il velo.
- ALCOL A TAVOLA: i musulmani non possono bere alcol, questo non vuol dire necessariamente che anche gli altri commensali debbano astenersi. L'Italia per un gesto di cortesia non mette in tavola alcolici in occasione dei pranzi ufficiali. Diverso l'atteggiamento della Francia: nel novembre scorso, scoppio' la 'crisi del vino' tra Parigi e Teheran, dopo la decisione del presidente francese, Francois Hollande, di non togliere il vino dalla tavola per il pranzo ufficiale all'Eliseo con il presidente iraniano, Hassan Rohani. La visita fu rinviata per gli attentati di Parigi, ma ancora ora che viene recuperata Teheran e' rimasta ferma nella sua insistenza che i suoi rappresentanti non partecipano a pasti in cui viene servito l'alcol. (AGI)
(27 gennaio 2016)