La bocca umana è una vera e propria miniera di informazioni, non solo per i dentisti moderni ma anche per i paleontologi che indagano sui nostri lontani cugini, gli uomini di Neanderthal. È proprio studiando tracce di tartaro dentale di alcuni esemplari di uomini preistorici rinvenuti negli odierni Belgio e Spagna che i ricercatori sono potuti risalire alla loro dieta, molto diversa a seconda della zona, scoprire la loro capacità di adattamento all'ambiente (una novità), perfino individuare le malattie che li colpivano e quali probabili rimedi assumevano per curarsi.
I denti sono una capsula del tempo di informazioni biologiche
Come ha sottolineato Keith Dobney, professore di paleoecologia umana all'Università di Liverpool e autore di uno studio pubblicato su Nature, i denti sono "una fantastica capsula del tempo di informazioni biologiche che cattura non solo prove dirette del cibo che ci è finito in bocca ma anche gli ecosistemi ben preservati che si sono evoluti con noi". E cioè batteri, microbi e patogeni.
Dallo studio di tutto ciò, ne viene "un'intera nuova disciplina che sta cambiando il modo in cui guardiamo al passato", ha aggiunto il ricercatore, ripreso dal Washington Post.
Belgi 'carnivori' vs spagnoli 'vegetariani'
Lo studio, guidato dalla paleomicrobiologa Laura Weyrich dell'Università di Adelaide, ha esaminato il tartaro dentale di quattro individui di Neanderthal vissuti tra 42mila e 50mila anni fa.
A 'Behind the scenes' on our most recent paper using #ancientDNA to reconstruct #Neandertal diets and microbiomes! https://t.co/v6lcuoYCXB
— Laura Weyrich (@lsweyrich) 8 marzo 2017
Gli scienziati hanno scoperto che quelli provenienti dall'odierno Belgio, rivenuti nella grotta di Spy a sud di Bruxelles, si nutrivano prevalentemente di rinoceronti lanosi e mufloni, insieme a funghi commestibili. Al contrario, i loro 'parenti' spagnoli di El Sidron mangiavano funghi, pinoli e muschio della foresta.
Si curavano?
Dalle analisi compiute, si è anche scoperto che uno dei soggetti spagnoli analizzati soffriva per un ascesso e un parassita intestinale quando è morto. Dalle tracce rivenute sui denti si è risaliti al Dna di un albero, il pioppo, che produce l’acido acetilsalicilico (il principio attivo dell'aspirina) e muffe capaci di produrre Penicillium, alla base della penicillina.
La domanda sorge spontanea: gli uomini di Neanderthal si curavano? Allo stadio attuale delle ricerche, ha sottolineato Dobney, "non lo sappiamo". Ma, ha aggiunto, "se li trovassimo in più di qualche individuo e individui malati, allora penso che avremmo buone prove per dire che avevano conoscenze mediche abbastanza sofisticate".