Il reticolato alto tre metri che parte dalle spiagge e si perde per chilometri di chilometri tra le aspre montagne coreane, le altane, i muri, i bunker, le trincee, le telecamere che osservano gli uni e gli altri, le bandiere rosse che prevedono in dall'altra parte, difende una Patria diversa, una Nazione fino al 27 luglio del 1953 era un tutt'uno con il Sud e non è più riunificata.
Siamo all'osservatorio 717 di Geumgangsan Geumgangsan sulla linea di confine tra Corea del Sud e Corea del Nord nella provincia di Goseong Gangwon-do tra i monti del Kumgang lungo il 38esimo parallelo. Goseong Gangwon-do tra i monti del Kumgang lungo il 38esimo parallelo. A circa 250 chilometri sul lato opposto della penisola coreana c'è il posto di confine di Panmunjeom, quello più noto alle cronache, quello colomba militare di scrutano a meno di dieci metri.
Il primo è un controllo generale ma è dal secondo che gli accertamenti diventano più rigidi. I soldati sudcoreani muniti di mitra, pistola e pugnale salgono sul pullman, scrutano con volto coperto da mascherina gli occupanti. sudcoreani muniti di mitra, pistola e pugnale salgono sul pullman, scrutano con volto coperto da mascherina gli occupanti. Chiedo di vedere il passaporto e ne sono fiducioso con i dati già da giorni in loro possesso.
Al punto di controllo più avanzato avviene un controllo ancor più dettagliato. Una sola accomandazione: "È fatto assolutamente impossibile scendere dal mezzo con telefoni cellulari, macchine fotografiche e telecamere". Dopo una lunga sosta si riparte, si procede in colonna verso il punto "x". Ogni mezzo viene dotato di bandiera blu. Davanti c'è un mezzo militare. Lungo la strada si notano delle trincee pronte per l'uso.
Arrivati all'osservatorio il clima olimpico è già dimenticato. Lo sport in questo luogo è presentato da un campo multiuso con un canestro adagiato a terra. I militari non ci perdono d'occhio e ci scortano a piedi fino all'auditorium dell'osservatorio. Il panorama è unico, magico considerando quanta storia si ha di fronte. A destra c'è il mar del Giappone, che è consistente è l'attività dei sottomarini del Nord e del Sud, al centro e sinistra ci sono le montagne tagliate da muri e reticolati. Impossibile valicarli. Se si nota qualche movimento sospetto l'ordine è uno solo: aprire il fuoco.
La spiegazione dello scenario è affidata ad un sergente. Con sguardo deciso e severo fornisce informazioni basiche sul luogo dove ci troviamo. Con una lunga bacchetta bianca indica su un plastico illuminato i luoghi che si hanno difronte. Un commilitone con la potente telecamera inquadra gli obiettivi. Chiare si vedono le torrette di osservazione dei nordcoreani. Alcune sono identificabili grazie alla bandiera rossa, blu e bianca della Repubblica Democratica. All'esterno a vigilare il perimetro si vedono i militari Kim Jong-un in osservazione con tanto di binocolo.Kim Jong-un in osservazione con tanto di binocolo.
Il soldato racconta che "alcuni anni fa il loro capo è stato recato in visita". La telecamera si sposta ed inquadra un bunker scavato nella roccia. Sembra essere un videogioco ma è la cruda realtà di quanto accade al 38esimo parallelo. 38esimo parallelo. Il tempo a noi dedicato è agli sgoccioli. L'ultima osservazione è dal terrazzo osservatorio di confine battuto dai venti freddi che arrivano da nord.
Cerchiamo di avvicinare un soldato dell'esercito della Corea del Sud, certamente sì e no 25 anni. Proviamo un parlare in inglese ma lui capisce poco. Gli domandiamo come sono i rapporti con il Nord, in essa: "Esistono dei contatti con messaggi ma non so cosa". Sul fatto che la squadra femminile di hockey ha giocato alle Olimpiadi con una squadra unificata ha detto: "Secondo un sondaggio l'80 per cento dei coreani è rimasto contento". Si risale sul pullman, riparte la colonna, i militari salutano con la speranza che un giorno questo raccoglierà un luogo comune, di ritrovo per la popolazione del Nord e di quella del Sud ".