Donald Trump "è un razzista, truffatore e imbroglione, ha mentito all'America e voi, proteggendolo, state facendo quello che ho fatto io in passato e di cui mi vergogno”: Michael Cohen, per 10 anni ex legale e tuttofare del presidente Usa, per oltre quattro ore ha raccontato la sua verità alla commissione Vigilanza del Congresso, scontrandosi con i repubblicani.
Accuse durissime, insieme a quelle di fare affari con Mosca: una 'bomba' scoppiata durante il vertice tra Trump e Kim Jong-un, ad Hanoi, da dove il presidente ha replicato che Cohen "mente per avere uno sconto di pena" sui tre anni che dovrà scontare a partire da maggio per aver evaso il fisco, per aver mentito al Congresso sui suoi rapporti con i russi e per avere violato la legge elettorale sul finanziamento.
Il 52enne avvocato di Long Island ha anche rivelato di essere a conoscenza di altre inchieste penali che coinvolgono Trump. La deposizione pubblica è stata tesa fin da subito per la strategia dei repubblicani, che hanno cercato di demolire la credibilità di Cohen, ricordando la sua condanna per aver mentito al Congresso in una precedente audizione.
“So molte cose di Trump - si è difeso Cohen - ma voi fate domande soltanto sul mio passato”. La deposizione si è sviluppata lungo due binari paralleli: rispondendo alle domande dei dem, Cohen ha raccontato tutti i retroscena di Trump, rispondendo a quelle del Gop ha dovuto difendersi. “Ho chiesto alla commissione - ha esordito - di garantire la protezione della mia famiglia dalle minacce presidenziali”.
Poi la prima ammissione: “Mi vergogno della mia debolezza, delle cose che ho fatto per proteggere Trump, mi vergogno perché so cosa è Trump. Quando l’ho conosciuto, era un uomo di successo, avevi la sensazione di essere coinvolto in qualcosa di più grande di te. All’inizio lavorai per i suoi affari immobiliari, poi mi chiese di occuparsi dei suoi personali”.
E da quel momento, ha confessato, il legale è diventato tuttofare senza scrupoli, conoscendo un uomo diverso: razzista (“mi disse che i neri non avrebbero mai votato per lui perché erano troppo stupidi”), uno che pensava solo a se stesso (“non gli ho mai sentito dire, in privato, che amava il mio Paese, contavano solo i suoi affari”), un bugiardo (“un giorno mi guardò fisso negli occhi e mi disse che non c’era nessun affare con Mosca, uscì e mentì agli americani”), spietato (“mi ha usato per mandare messaggi minacciosi ai suoi avversari o alle scuole dove aveva studiato perché non pubblicassero i suoi risultati, agivo con querele o in ‘altro modo’...”).
“Il presidente ha seguito di persona il progetto della Trump Tower a Mosca. Lui immaginava la sua campagna elettorale come una grande occasione di marketing, non pensava di essere eletto”. Trump "aveva saputo in anticipo che Wikileaks avrebbe pubblicato le mail private di Hillary Clinton, durante la campagna presidenziale".
Sul pagamento dell’ex attrice porno, Stormy Daniels, perché negasse una relazione sessuale con il presidente, Cohen ha ammesso di aver comprato il suo silenzio, anticipando 130 mila dollari: “Il presidente mi rimborsò, firmando personalmente un assegno nel 2017, quando già era stato eletto. Un secondo assegno venne firmato dal figlio, Donald jr. Mi venne chiesto di mentire alla moglie, Melania”.