Electra Tower, numero 98 di Yigal Alon Street di Tel Aviv. Partivano da quest'indirizzo, fino a otto giorni fa, le seduzioni online che avrebbero influenzato, e forse determinato, confronti elettorali e fortune politiche di numerosi leader africani.
Il "grande fratello" di Yigal Alon Street è l'Archimedes Group, società di consulenza israeliana che prometteva sul suo sito web di "cambiare la realtà secondo i desideri dei nostri clienti". Per essere più espliciti, si vantava di avere contribuito alla vittoria di molte campagne elettorali in tutto il mondo. Si vantava, perché Facebook il 16 maggio scorso ha bandito 265 falsi account facenti tutti capo al gruppo israeliano, che ha mantenuto il dominio ma ha oscurato il proprio sito.
Un comunicato firmato dal capo della Cybersecurity di Facebook, Nathaniel Gleicher, ha spiegato di avere rimosso account e pagine rilevando un'attività coordinata e ingannevole che aveva per obiettivi i seguenti Paesi: Nigeria, Senegal, Togo, Angola, Niger e Tunisia.
Tutti i profili erano riconducibili all'Archimedes Group che aveva cominciato ad affacciarsi anche in America Latina e Sud-Est asiatico. E' arduo ricostruire il risiko politico e il portafoglio dei prestigiosi clienti cui Archimedes ha prestato l'ingegno di consulenti, esperti informatici e comunicatori.
Basta tuttavia citare uno dei casi più recenti, la rielezione di Muhammadu Buhari alla presidenza nigeriana, sostenuta anche dall'opera del gruppo israeliano (che poi l'abbia determinata, è cosa da dimostrare). Dal 2012, anno d'inizio dell'attività di Archimedes, sono due milioni 800 mila gli utenti raggiunti in tutta l'Africa mentre 800 mila dollari sono stati spesi per "cambiare la realtà" a favore dei clienti. Facebook non investiga sulle ragioni, politiche o commerciali, che animavano le strategie di Archimedes.
Ma chi amministra la società? Chi e' il suo cervello? Il dominio appartiene nominalmente alla Adler Chomski Communication Marketing Ltd, fra le maggiori imprese pubblicitarie israeliane, mentre il sito fu registrato a nome di Harel Eldan, iscritto anch'egli all'Associazione degli agenti pubblicitari israeliani e amministratore della società Grey Content (un nome, un programma), la quale tuttavia ha dichiarato di avere semplicemente espletato l'operazione per conto di tale Elinadav Heymann.
L'anno scorso, il sito informativo dell'industria pubblicitaria ice.co.il rilevò - ricorda il quotidiano Times of Israel - che alla Grey Content era stato aggiudicato un terzo del budget destinato dal governo alla pubblicità televisiva, per un totale di 7,7 milioni di euro, nel 2016. E tutto a trattativa privata.
Nel 2017 la Grey Content fu coinvolta anche in un procedimento penale nello scandalo Yisrael Beytenu per alcune presunte tangenti, cui risultò estranea. Ma chi è il misterioso Elinadav Heymann, per cui Grey Content avrebbe agito? Il nome rispuntò tempo fa riguardo al Gruppo Archimedes evocato dal sito Negotiations.ch, che lo indicava quale già "direttore" della EFI, l'organizzazione European Friends of Israel tra i parlamentari europei fondata nel 2006 con sede a Bruxelles.
Un lobbista insomma, ma anche legato all'esercito israeliano, sarebbe il cervello di Archimedes. Le sue tracce sul web sono diffuse ma poco palpabili, a partire dai suoi cenni biografici su Negotiations.ch, che dopo averli citati li ha anche rimossi.