Tanta è la paura che gli suscitava la Nord Corea nucleare di Kim Jong-un, che un giovane milionario americano ha tentato di realizzare un bunker anti-atomico sotto la sua abitazione in Maryland. Ma l'impresa si è conclusa con la morte dell'operaio che stava costruendo i tunnel e Daniel Beckwitt è finito in manette. Pagata la cauzione di 100 mila dollari, uscirà di prigione lunedì ma dovrà rispondere di omicidio di secondo grado e omicidio colposo per la morte nel settembre 2017 del ventunenne Askia Khafra, ucciso dai fumi dell'incendio scoppiato nel cantiere sotterraneo dove lavorava alla costruzione del rifugio per conto del milionario.
Beckwitt, un teorico della cospirazione con tendenze da accumulatore compulsivo, voleva "creare un bunker sicuro a causa delle sue preoccupazioni per le tensioni internazionali, la Corea del Nord, i missili balistici intercontinentali", ha spiegato il suo avvocato, Robert Bonsib. Per costruirlo aveva trovato sui social Khafra: lo andava a prendere in auto a casa sua in Maryland per portarlo nella sua villa vicino Bethesda, coprendogli però gli occhi in modo che non potesse rintracciarla. Gli aveva promesso che "se avesse scavato in questo tunnel, giorno e notte, e avesse dormito nel tunnel, e mangiato e andato al bagno in questo tunnel, lo avrebbe ricompensato finanziariamente in modo che (Khafra) potesse avviare la società dei suoi sogni", ha affermato il vice procuratore della Contea di Montgomery, Doug Wink.
Per l'accusa, Beckwitt era consapevole del rischio incendio nella struttura a causa del sistema elettrico precario che era stato allestito: quando le fiamme sono divampate, il milionario, ha riferito il suo legale, ha provato per due volte a scendere per salvare Khafra ma non è riuscito a causa del fumo. Quando poliziotti e pompieri sono arrivati, hanno trovato il corpo nudo e carbonizzato dell'operaio.