Milano - Mercato azionario sempre in netto calo ma con un lieve miglioramento rispetto ai minimi della mattinata. L'indice Ftse Mib segna un -10,10% a 16.157 punti, dopo aver toccato un minimo del -11,77%. Male le banche, le più colpite, con Banco Popolare -16,3%, Mps -12,2%, Bper -17,5%, Bpm -15,9%. Mediobanca cede il 17,5%, Intesa -18,7%, Unicredit -18%, Ubi -15,5%. Giù altri finanziari, con Generali -13,1%, Unipol -14,6%. Forti ribassi anche per Telecom (-12,7%), Mediaset (-13,4%).
Tra le altre blue chip Eni -8,5%, Fca -7,5%. Tengono meglio Ferrari (-4,7%) e i difensivi Snam (-3,7%) e Terna (-3,6%). Rcs perde il 3,2%, con il prezzo che rimane sugli 0,76 euro; oggi la cordata guidata da Mediobanca potrebbe rilanciare la propria offerta.
Apertura in calo per la Borsa di Mosca sulla scia dei risultati del referendum sulla Brexit. Il Micex, denominato in rubli, scende del 3,47% e l'Rts, denominato in dollari, del 5,37%. Il rublo si è indebolito nei confronti del dollaro, scambiato a 65,5, mentre si rafforza sull'euro, sceso a 72,36. Sul listino azionario perdono terreno soprattutto i titoli bancari e del settore oil&gas. Le azioni privilegiate di Sberbank hanno perso il 5,2%, mentre quelle ordinarie sono in calo del 5,63%. Vtb cede il 3,37%. Gazprom scende del 3,55%, GazpromNeft del 3,15%, Rosneft del 5,88% e Lukoil del 3,88%.
Londra arretra del 5% e migliora dopo l'annuncio delle dimissioni del premier David Cameron. Francoforte va giù del 6,4% e Parigi del 7,9%. Le Borse di Londra e Francoforte mantengono la rotta e proseguono con la programmata fusione, malgrado la Brexit. Lo rendono noto i due listini, che prendono atto del voto per il 'Leave' al referendum in Gran Bretagna. "Come previsto dai documenti agli azionisti - si legge in un comunicato congiunto - la fusione non è condizionata dall'esito del referendum". (AGI)