Batteri fluorescenti e laser, le nuove 'armi' contro le mine inesplose
Un gruppo di ricercatori israeliani ha testato il sistema sul terreno con successo. Ma c'è ancora da fare

Batteri fluorescenti e laser potrebbero diventare i migliori alleati degli sminatori impegnati nella difficile opera di bonifica dei territori dove ancora si nascondono milioni di micidiali ordigni. Come racconta il Guardian, un gruppo di ricercatori della Hebrew University, in Israele, ha testato con successo un sistema per identificare le mine inesplose usando batteri geneticamente modificati per emettere un segnale fluorescente in vicinanze delle mine, che possa essere captato da un laser. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Biotechnology.
Nel mondo ci sono 100 milioni di mine inesplose
Su cosa si basa il metodo israeliano
Non è la prima volta che batteri vengono sviluppati per 'accendersi' in presenza delle mine, già nel 2009 un gruppo di ricerca dell'Università di Edimburgo era arrivato a risultati simili. Ma sembra che questo sia il primo sistema di individuazione degli ordigni inesplosi grazie alla tecnologia potenzialmente funzionante.
Da migliorare la velocità di scansione e le dimensioni dell'attrezzatura
"I nostri dati sul campo mostrano che biosensori possono essere utili in un sistema di individuazione delle mine", ha affermato Belkin, sottolineando però che il progetto richiede ulteriori sviluppi. Ci sono diversi ostacoli da superare, come "il potenziamento della sensibilità e stabilità dei batteri sensori, il miglioramento della velocità di scansione per coprire ampie zone, e la creazione di attrezzatura di scansione più compatta che possa essere usata a bordo di un drone".
Per approfondire: