Bando a tablet e computer in aereo: 5 domande (e altrettante risposte)
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Bando a tablet e computer in aereo: 5 domande (e altrettante risposte)

Bando a tablet e computer in aereo: 5 domande (e altrettante risposte)

Tablet in aereo, in volo, a bordo (Afp) 
Tablet in aereo, in volo, a bordo (Afp) 
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  • Ci sono precedenti? Il dipartimento americano della Sicurezza Nazionale ha spiegato che l'iniziativa non è la risposta a una minaccia specifica, ma il tentativo di prevenire attacchi. Da tempo i gruppi terroristici lavorano per portare a bordo esplosivi, grazie a sistemi sempre più sofisticati e di difficile individuazione ai controlli di sicurezza. In particolare, le autorità hanno indicato due precedenti:
    • 2 Febbraio 2016, a bordo di un aereo della Dallo Airlines partito da Mogadiscio esplode una bomba nascosta dentro un computer. La deflagrazione avviene prima che il velivolo raggiunga l'altezza di crociera, limitando danni estesi. Provoca però un buco nella carlinga, attraverso il quale viene risucchiato solo l'attentatore. Il suo cadavere viene trovato a terra nei pressi della capitale somala. Due i feriti a bordo. Fonti vicine alle indagini sottolinearono che l'ordigno introdotto a bordo era sofisticato: l'attentatore aveva studiato la sua posizione per massimizzare i danni. Se fosse riuscito nell'intento e la bomba fosse scoppiata dopo aver raggiunto l'altezza di crociera, è probabile che avrebbe innescato una seconda detonazione, facendo esplodere il serbatoio del carburante.
    • 31 ottobre 2015, un Airbus 321 della compagnia Kogalymavia, decollato da Sharm el-Sheikh e diretto a San Pietroburgo con a bordo 224 passeggeri, scompare dai radar mentre è in volo sul Sinai egiziano. A rivendicarne l'abbattimento, due settimane dopo, è lo Stato islamico. I terroristi riferiscono che la bomba è stata portata a bordo nascosta in una lattina di Schweppes Gold. La pista dell'attentato dinamitardo era già stata indicata dai servizi segreti russi secondo i quali la bomba era stata piazzata sotto il sedile di un passeggero, accanto al finestrino, nella parte posteriore della cabina.
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  • Chi sta lavorando progettando attentati? Secondo diverse fonti della sicurezza citate da The Daily Beast, la ragione dietro il giro di vite nella sicurezza è legato a informazioni intercettate prima di un raid americano contro Al Qaeda in Yemen a gennaio. Si è scoperto che i terroristi islamici sono riusciti a sviluppare una batteria-bomba che si può inserire nei computer e in altri dispositivi elettronici, abbastanza potente da abbattere un aereo. ll limite, hanno aggiunto le fonti, è che l'ordigno deve essere innescato manualmente. Ecco perché il bando agli oggetti elettronici in cabina, ma non nella stiva.

    La 'mente' operativa dietro la costruzione minuziosa di ordigni per Al Qaeda nella Penisola arabica è Ibrahim Hassan Tali al-Asiri, terrorista saudita, operativo in Yemen. Secondo gli 007 americani, è stato lui ad aver progettato gli ordigni usati in molti degli attentati negli anni scorsi, come per esempio quello che un passeggero nigeriano nascondeva in una scarpa e che tentò di far esplodere in volo tra Amsterdam e Detroit il 26 dicembre 2009. Sempre opera sua sarebbero le bombe nascoste in due pacchi, partiti dallo Yemen verso gli Usa, ritrovati su aerei a Dubai e nel Regno Unito nell'ottobre 2010. Così come la prima mutanda-bomba indossata da un agente saudita che nel 2012 faceva il doppio gioco e voleva farla esplodere su un aereo di linea americano.
  • Perché il telefonino in cabina ma il tablet in stiva? "Questo è un mondo nel quale le dimensioni contano", ha sostenuto Bennet Waters, esperto di anti-terrorismo al Chertoff Group per il dipartimento americano di Sicurezza Nazionale. Così come funziona per liquidi, creme e gel che si possono portare in cabina - soggetti a un limite di 100 ml da tre anni a questa parte - la stessa logica viene applicata a smartphone, computer portatili, tablet, consolle per videogiochi e lettori Kindle. "Più sono grandi i dispositivi, più cose possono esserci nascoste dentro", ha sottolineato l'esperto.
  • Cosa cambia avere i computer in cabina o nella stiva? Cambia la minaccia potenziale apportata dal dispositivo elettronico se si trova in cabina o nella stiva. Questo, infatti, viene sottoposto a controlli di sicurezza diversi. "Le borse vengono vagliate in modo differente, usando tecnologie più avanzate", ha spiegato Waters. Questa politica "separa i dispositivi stessi dai proprietari, mettendoli nella stiva invece che averli liberi di movimento nella cabina". Gli esplosivi sono più facili da individuare nel bagaglio da stiva, perché il processo di controllo può essere più approfondito rispetto alle macchine a raggi X standard utilizzate al controllo di sicurezza, ha spiegato Jeffrey Price, un esperto di sicurezza dell'aviazione e professore aerospaziale presso la Metropolitan State University of Denver. Secondo Price è più difficile far detonare una bomba quando è nella stiva perché richiede un timer o un innesco legato alla pressione atmosferica. "E' meno complicato - ha sottolineato l'esperto - comandare un detonatore quando è con te".
  • E se fosse una ritorsione contro le compagnie del Golfo? A rilanciare questa tesi è il Washington Post, secondo cui non sarebbe solo una questione di sicurezza. Come sottolinea il quotidiano, tre delle 9 compagnie aeree colpite dal bando (Emirates, Etihad Airways e Qatar Airways) sono le principali dell'area, da tempo accusate dalle concorrenti americane di ricevere sussidi massici dai rispettivi governi. I tre vettori, insieme agli altri, a causa del bando rischiano di perdere un gran numero di passeggeri. E tra i più redditizi, quelli cioè che viaggiano in business e in prima classe e che sono disposti a spendere cifre ingenti per avere più spazio per poter lavorare comodamente. La nuova misura potrebbe spingerli a lasciare le compagnie del Golfo per quelle americane.

    Inoltre, come ha sottolineato il Financial Times, l'ordine non colpisce solo i voli diretti da e per gli Stati Uniti, ma anche 10 hub regionali attraverso i quali transitano milioni di passeggeri al giorno. Non solo quelli diretti dalla regione del Golfo verso gli Usa, ma anche coloro che si stanno recando in altri luoghi, come per esempio dal sub-continente indiano. Quel tipo di passeggeri sui quali compagnie e aeroporti costruiscono margini di guadagno e che, con i computer chiusi in stiva, non possono lavorare neanche durante le ore di attesa in transito negli scali.
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