Australia: "la 'ndrangheta controlla i politici locali"
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Australia: "la 'ndrangheta controlla i politici locali"

Australia: "la 'ndrangheta controlla i politici locali"

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(AGI) - Canberra , 29 giu. - La 'ndrangheta calabrese sarebberiuscita nel corso degli ultimi anni a conquistare sempre piu'piede in Australia riuscendo a corrompere politici sia alivello federale che dei singoli Stati grazie a "falle" nelsistema di raccolta fondi. E' quanto rivela un'inchiesta durataoltre un anno dei media asutraliani, Fairfax Media-Abc FourCorners, che andra' in onda stasera alle 20,30 locali (le 12,30in Italia). Secondo il reporter Nick McKenzie, autore dell'inchiestache e' anche venuto in Calabria per cercare i parenti dei bossaustraliani e ha parlato con i magistrati italiani, gliaffiliati alle ndrine australiane ricorrono agli stessi mezziusati nel nostro Paese: "Il gruppo opera ricorrendo alleminacce e alla violenza sia in attivita' economiche lecite,come il commercia di frutta e ortaggi, asia in quello illegaledella droga". L'inchiesta ha scoperto legami tra "riconosciuti e sospetticriminali" appartenenti alla 'ndrangheta e politici di primopiano. Addirittura un uomo "direttamente legato alla mafia(calabrese)" incontro' l'allora primo ministro australiano(1996-2007), John Howard ed altri leader di partito ad eventidi raccolta fondi per il Partito Liberale nei primi anni 2000.Nulla, pero', lascia credere che l'allora premier ne fosse aconoscenza, sottolinea McKenziePolitici di entrambi i due importanti partiti australiani,laburisti e liberali, sono stati oggetto di pressioni dadonatori legati alla 'ndrangheta per favorire i loro affari,legali o illegali che fossero. Secondo un rapporto dellapolizia del 2013 la mafia calabrese ha usato un numero difinanziatori ben conosciuti di partiti politici "che hannoofferto la loro immagine pubblica e del tutto legale" percoprire le loro attivita', di fatto per fare i prestanomi. Gli inquirenti hanno scoperto che il figlio "di un sospettoboss mafioso", un religioso, fece un'esperienza di lavoroall'ambasciata australiana a Roma, quando capo della legazioneera l'ex esponente Liberale Amanda Vanstone. Cio' nonostante leautorita' italiane avessero condiviso con l'ambasciata leinformazioni che aveva sul boss. La stessa politica quando era ministro dell'Immigrazionenel governo Howard fece "ottenere un visto per un boss piu'tardi arrestato per traffico di droga ed implicato in unassassinio. L'uomo e' il fratello di un uomo d'affariconosciuto di Melbourne, con una storia criminale nota inItalia e nel 2005 ottenne il visto per l'Australia per ragioniumanitario". (AGI) .
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