Le autorità hanno identificato in un russo 39enne l'uomo che giovedì pomeriggio, con un vero e proprio arsenale al seguito, ha aperto il fuoco vicino alla sede dei servizi di intelligence (Fsb) in piazza Lubyanka, a Mosca, uccidendo due agenti (uno è deceduto venerdì in ospedale) e ferendone cinque, tra cui un civile. Nessuna versione o ipotesi ufficiale, invece, è stata diffusa circa il movente, in una vicenda dai contorni ancora da chiarire.
L'attentatore, neutralizzato dalle forze di sicurezza, era un ex guardia giurata di 39 anni, Yevgeny Manyurov, proveniente da Podolsk, città ad una quarantina di chilometri dalla capitale. Lo ha reso noto Svetlana Petrenko, portavoce del Comitato investigativo, paragonabile all'Fbi americano, che sta conducendo le indagini.
I dubbi sulla versione ufficiale dei fatti
Diversi canali Telegram hanno pubblicato la foto dell'uomo morto: barba, occhiali e il volto insanguinato, vestiti neri, con una felpa con disegnata la testa di un lupo. Secondo le testate Komsomolskaya Pravda e Ren TV, che citano una fonte negli inquirenti, Manyurov aveva un arsenale di sette pistole che possedeva legalmente. Le autorità non hanno fornito ulteriori dettagli e in molti, anche per via delle contraddittorie informazioni diffuse ieri dai canali ufficiali, dubitano che si sia trattato dell'assalto di un solo uomo.
Il sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, ha scritto su Twitter che i feriti stanno ricevendo "tutte le cure mediche necessarie" e ha ringraziato l'Fsb per la reazione rapida. Le autorità non hanno mai parlato di terrorismo e stanno indagando per "attacchi alle forze dell'ordine".
Manyurov aveva partecipato a gare di tiro. Un istruttore al poligono che frequentava ha raccontato alla Komsomolskaya Pravda che il 39enne possedeva armi in modo legale, ma "sparava male". Per alcuni esperti, invece, l'assalto alla Lubyanka è stato opera di un professionista bene addestrato. Lo stesso giornale ha intervistato anche la madre, la quale ha riferito che il figlio aveva fatto la guardia giurata, ma aveva lasciato diversi lavori. La donna ha anche detto che "aveva spesso conversazioni al cellulare con degli arabi", di cui però lei non capiva i contenuti perché avvenivano in inglese.
Secondo Kommersant, Manyurov, l'uomo era irritabile da quando aveva perso il lavoro e avrebbe potuto agire contro l'Fsb perché era stato dipendente di compagnie di sicurezza, guidate da ex agenti dell'intelligence. Non è chiaro se l'attacco avesse motivi ideologici: di certo è avvenuto in una data simbolica, ieri si festeggiava il giorno della contro-intelligence militare e oggi quello della fondazione dei servizi segreti sovietici. La Russia e la sua capitale sono state colpite in passato da diversi attentati, che portano la firma dell'estremismo islamico, spesso proveniente dal Caucaso settentrionale.