Attentato a Berlino, le bufale sul web e le foto dei 3 'colpevoli'
Le immagini circolate ancora una volta sui social e le 'fake news'

I venditori di bufale non si fermano neppure di fronte a eventi tragici come l'attentato al mercato di Natale di Berlino. Anzi. Nella concitazione dei minuti e delle ore successive hanno sfruttato, anche stavolta, i social network e la fame di informazione di milioni di persone per diffondere spazzatura. BuzzFeed ha scovato e raccolto le tre immagini, circolate su Twitter dopo l'attentato, con i volti del "colpevole", l'uomo alla guida del tir.
1. Il profilo di @bobbyfischr è stato silente per oltre un mese e mezzo. Ma alle 21:26 Bobby decide, chissà perché, di pubblicare questa foto con la scritta "prime immagini dell'attentatore curdo". Peccato che in realtà si tratti del rapper tedesco Mok, e non del sospettato. Il tweet è stato poi cancellato.

2. "ATTENZIONE! E' armato". Scrive alle 21:00 sul suo profilo Rainer Winkler, accompagnando il tweet con la foto di uno YouTuber: DragonLord
ACHTUNG!! Der Täter ist bewaffnet!! #Breitscheidplatz #Berlin #Anschlag #Haider pic.twitter.com/ovz9JENQV2
— Rainer Winkler (@BankvonRainer) 19 dicembre 2016
3. Il volto di DragonLord piace molto ai dispensatori di bufale. Così appare anche in un altro tweet di RayNeroAngler, alle 21:18

4. Anche quest'uomo non c'entra nulla con l'attentato di Berlino. E, ricorda BuzzFeed, era stato già accusato delle stragi di San Bernardino, in California, e in un college in Oregon. Sempre lui. In realtà Samuel (o Sam) Hyde, protagonista della foto, è un attore e comico americano. BuzzFeed ha dedicato a lui un articolo a parte intitolato "Non credete alle breaking news in cui è indicato questo comico come stragista".
UPDATE: Police have identified truck driver as white nationalist Samuel Hyde. #Berlin pic.twitter.com/9N8Xr11Smn
— Kirbydamasta (@kirbydamasta) 19 dicembre 2016
'Retweet' e 'likes', quando la bufala fa il giro del mondo
Basta un retweet o un like distratto per rilanciare una bufala e moltiplicare il suo effetto distruttivo della verità. (Perché la verità conta ed è, e resta, al centro del lavoro del giornalista). Per evitare di far circolare le immagini 'fake' sarebbe bastato fare una ricerca su Google Immagini. Come? Semplicemente facendo un upload delle foto. In pochi secondi, coloro che hanno rilanciato i tweet avrebbero scoperto che il primo sotto accusa era un rapper, il secondo un musicista e il terzo un attore comico.
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