Pezzo aggiornato il 31 ottobre 2017 (prima edizione il 3 ottobre 2017, ore 17,27)
Chi tradì nel 1944 la famiglia di Anna Frank, consegnandola alla Gestapo? Un ex agente dell’FBI in pensione è deciso a scoprirlo. Lo riporta il Guardian, secondo cui il team condotto da Vince Pankoke, questo il nome dell’agente, si servirà delle tecniche forensi più innovative sviluppate negli ultimi anni. Per facilitare le indagini, la Anne Frank House di Amsterdam ha messo a disposizione degli inquirenti i suoi archivi, accogliendo positivamente l’iniziativa. Storici, psicologi ed ex poliziotti sono al lavoro alla ricerca di prove. Per riuscirci l’equipe ha anche ricostruito il momento dell’arresto, con tanto di attori. L’obiettivo è scoprire la verità e renderla nota al mondo entro il 4 agosto del 2019, in occasione del 75esimo anniversario dell’arresto della famiglia Frank. Ne ha scritto anche il New York Times.
Documenti desecretati e 25 chilometri di pellicola (per ora)
Lo scorso dicembre, il museo di Anna Frank ha pubblicato un personale studio che sostiene che i Frank potrebbero essere stati scoperti per caso e non traditi da qualcuno. Tuttavia, di recente, i ricercatori hanno giudicato la teoria improbabile per mancanza di prove. Pankoke, invece, sostiene di aver scoperto durante i suoi lavori preliminari nuovi indizi contenuti in una serie di documenti desecretati e inviati agli Stati Uniti nel dopo-guerra. “Ho trascorso molto tempo negli archivi nazionali statunitensi e li ho scoperto dei documenti inviati da Amsterdam che mi era stato detto che non esistevano”, ha dichiarato Pankoke, 59 anni. “Alcuni di questi sono stati parzialmente danneggiati dall’acqua o bruciati. E ci vorrà un po' di tempo per recuperarli. Ma altri contengono liste di nomi di ebrei arrestati in seguito a soffiate, di informatori e di agenti della Gestapo che vivevano ad Amsterdam”. Parallelamente, il team sta esaminando anche vecchi filmati e interviste a testimoni. “È una mole enorme di file. Dai 20 ai 25 chilometri di pellicola e siamo solo appena all’inizio”. I servizi segreti tedeschi, la Sicherheitsdienst, registrarono meticolosamente ogni arresto, ma si pensa che tutti i documenti pertinenti al caso della famiglia Frank siano andati distrutti in un raid condotto dall’esercito britannico nel 1944.
Pankoke: “L’ultima indagine della mia carriera”
“Non stiamo cercando di puntare il dito contro qualcuno. Voglio semplicemente risolvere l’ultimo caso della mia vita. E non c’è limite alla ricerca della verità”, ha spiegato Pakoke, che di recente aveva indagato anche sui cartelli della droga colombiani. Subito dopo la cattura, il padre di Anna Frank, Otto, ritenne che a tradirli fosse stato il domestico della famiglia che li ospitava, Wilhelm van Maaren. Successivamente furono condotte dalla polizia olandese due diverse indagini dalle quali non emerse alcun collegamento con l’uomo. “Non furono esattamente delle analisi”, ha commentato Pankoke.
Anna, l’adolescente che commuove generazioni di ragazzi
La riapertura del cold case è stata lanciata formalmente lo scorso weekend, con l’invito a collaborare a quanti abbiano informazioni sul quartiere in cui Anna Frank visse nascosta per due anni, fino a quel 4 agosto del 1944 quando fu catturata insieme al padre, alla madre, Edith, e a sua sorella, Margot. Anna, che aveva solo 14 anni, fu imprigionata nel campo di concentramento di Auschwitz e poi in quello di Bergen-Belsen dove morì l’anno dopo di tifo. Il diario che scrisse nei due anni in cui visse nascosta per sfuggire alle persecuzioni naziste è diventato un best seller, tradotto in 67 lingue e letto da generazioni e generazioni di ragazzi.