Alfie Evans non sarà trasferito in Italia, e resta nell'Alder Hey Hospital di Liverpool, dove da dove per piu di un giorno respira senza l'aiuto della ventilazione. Nella serata del 25 aprile è stato respinto il ricorso di Tom Evans e Kate James, presentato affinchè il bimbo di 23 mesi affetto da una malattia neuro degenerativa e al quale l'Italia ha concesso la cittadinanza venisse preso in cura dall'ospedale Bambin Gesù di Roma.
#AlfieEvans non verrà trasferito in #Italia. Il giudice rigetta il ricorso dei genitori. L'avvocato della famiglia aveva chiesto alla corte di “non lasciarlo morire di fame in una corsia di ospedale”. Non è servito - di @matteomatzuzzi https://t.co/ojC2OKr4Qv
— Il Foglio (@ilfoglio_it) 25 aprile 2018
All'udienza non era non erano presenti i genitori, che hanno preferito restare in ospedale accanto al figlio. In aula c'era, invece, invece era presente un rappresentante dell'ambasciata italiana a Londra. Ai tre giudici della corte il team legale degli Evans aveva fatto presente che il bimbo ha bisogno di "un intervento immediato" e "non di un miracolo, ma di una cura palliativa".
Alfie Evans, nuova udienza Il padre: «Ancora lotta ma lo lasciano morire» https://t.co/U86Ev1Cgsc pic.twitter.com/PzstZ1yEW7
— Corriere della Sera (@Corriere) 25 aprile 2018
L'avvocato Paul Diamond, che difende gli interessi della coppia, aveva aggiunto che un aereo ambulanza è pronto, in attesa di portare in Italia il piccolo, "su richiesta del Papa". Le argomentazioni non hanno convinto i giudici, ed è toccato a uno di loro, Andrew McFarlane sottolineare, da un lato, la "tenacia" del padre di Alfie e, dall'altro, annunciare la decisione che sembra del tutto cancellare le speranze di un arrivo in Italia del bambino.
Alfie lotta per restare in vita. Secondo il papà, il bimbo non è stato sottoposto ad alcun esame nè alcuna visita nelle ultime 48 ore e i medici semplicemente "lo lasciano morire". "È disgustoso come viene trattato: anche un animale sarebbe stato trattato meglio", ha detto Tom Evans, che ha ingaggiato una battaglia legale con i sanitari dell'ospedale pediatrico convinti che per il bimbo non vi sia alcuna speranza.
Evans ha confermato che il bimbo al momento viene sostenuto con latte, acqua e ossigeno: "Fa quel che può", ha detto, aggiungendo che il bimbo "non soffre nè ha dolore" e che insieme con la madre deve praticargli la respirazione artificiale, bocca a bocca, per aiutarlo quando le sue labbra diventano viola.
"Italia, non vi ringrazieremo mai abbastanza"
"Chiedo al Papa di venire qui per rendersi conto di cosa sta accadendo. Venga a vedere come mio figlio è ostaggio di questo ospedale. È ingiusto quello che stiamo subendo", ha dichiarato Tom Evans ai microfoni di Tv2000 sottolineando che "Alfie una parte della famiglia italiana, è una parte dell'Italia. Noi apparteniamo all'Italia. Vi ringraziamo per la solidarietà e il supporto ricevuti in questi giorni. Grazie Italia. Vi amiamo. Noi non ci arrendiamo, andiamo avanti. Abbiamo conosciuto persone straordinarie. Il Papa è vicino a noi. Stiamo facendo tutto il possibile per nostro figlio, nel nome di Dio". "Noi continueremo a lottare", ha concluso il papà di Alfie, "ricevendo sempre più forza dal popolo italiano. Dal governo, dai ministri che si sono impegnati per noi. Non vi ringrazieremo mai abbastanza".
Oggi ci sarà un nuovo incontro dei genitori con i medici per discutere se portare o meno a casa il bambino. Secondo il padre, Alfie non ha più bisogno della terapia intensiva: "Alfie è sdraiato sul letto con un litro di ossigeno che entra nei suoi polmoni e il resto è lui. Alcuni dicono che è un miracolo, non è un miracolo, è una diagnosi errata". Evans ha sottolineato che suo figlio è stato staccato dalla ventilazione forzata tre giorni fa e non mostra segni di deterioramento. "Non si è svegliato, è ancora un po' debole, ma quello che chiediamo è di andare a casa a sostenere la sua vita", ha detto.