ZOELLICK: "MODELLO CINESE VA AGGIORNATO"
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ZOELLICK: "MODELLO CINESE VA AGGIORNATO"

ZOELLICK: "MODELLO CINESE VA AGGIORNATO"

Economia
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Pechino, 2 set.- Le fonti che negli ultimi trent'anni hanno alimentato la stupefacente crescita cinese si stanno inaridendo e Pechino necessita di riformare profondamente il suo modello economico: lo sostiene il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick in un articolo intitolato "Le  grandi domande alle quali la Cina deve ancora rispondere", pubblicato ieri tanto sul sito della World Bank che sul Financial Times.
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"Le leve sulle quali poggiava l'ascesa della Cina come potenza economica stanno venendo meno - scrive Zoellick, che è arrivato lunedì a Pechino per un seminario economico - e se, com'è probabile, nel 2030 la Cina raggiungerà un reddito medio di 16mila dollari procapite, l'impatto sarebbe equivalente a quello dell'arrivo sulla ribalta dell'economia mondiale di quindici Coree del Sud. Difficilmente si comprende come un'espansione di questo genere possa essere gestita con un modello di crescita basato esclusivamente su esportazioni e investimenti dall'estero".
Secondo il presidente della Banca Mondiale, senza cambiamenti radicali al modello cinese il Dragone "rischia di amplificare i problemi della sua economia e dell'economia globale".  "Senza profonde riforme strutturali - prosegue Zoellick - la Cina rischia di trovarsi invischiata nella 'trappola del reddito medio'. Nel breve periodo, il rischio è quello rappresentato dall'alta inflazione provocata dall'aumento dei prezzi dei generi alimentari. (questo articolo) Nel lungo termine, stanno venendo a mancare i fondamentali della crescita cinese. Le risorse sono state massicciamente spostate dall'agricoltura all'industria, la forza lavoro diminuisce e la popolazione invecchia, ci sono meno lavoratori a sostegno dei pensionati, gli aumenti della produttività sono in fase di declino. Inoltre ci sono altre sfide da affrontare, come il profondo degrado ambientale, le disuguaglianze in aumento, il forte dispendio di energia e il massiccio impiego del carbone per produrla, e un settore dei servizi non ancora sviluppato che si accompagna a un'eccessiva dipendenza dai mercati stranieri".
A detta di Zoellick, i funzionari cinesi sono consapevoli di questi problemi e di ciò che devono fare per risolverli: "il problema è come", sostiene il presidente della World Bank. Zoellick ha in programma di trattenersi in Cina dall'1 al 5 settembre per discutere dei principali obiettivi a medio termine del paese. Si tratta della sua quinta visita ufficiale da quando è stato nominato alla guida della Banca Mondiale, nel luglio 2007.
La Cina ha chiuso il mese di luglio con un incremento del 6.5% dell'inflazione anno su anno, che segna il record degli ultimi tre anni. Contemporaneamente, i dati sul manifatturiero pubblicati lunedì dalla China Federation of Logistics and Purchase mostrano una flessione dei nuovi ordini dall'estero (questo articolo). Il Dragone, in altri termini, continua ad essere eccessivamente dipendente dall'export, e la situazione in cui versano Stati Uniti ed Unione europea rischia notevoli ripercussioni sul fronte interno cinese.
"Il modello di crescita cinese si è dimostrato di grande successo negli ultimi 10 anni - ha dichiarato Zoellick in un'intervista concessa all'agenzia di Stato Xinhua all'avvio della sua visita -, ma adesso i funzionari cinesi sanno che non è altrettanto applicabile nei prossimi 10 anni. La Banca Mondiale spera di discuterne in questi giorno con le controparti cinesi".
di Antonio Talia

 
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