di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 27 nov. - Lo yuan sale nei pagamenti offshore all'11,2% del totale del valore delle transazioni tra la Cina e l'estero. Lo riportano i dati compilati da SWIFT, la Society for Worldwide, Interbank Financial Telecommunication, società belga di servizi di pagamenti globali. A ottobre, sono stati 50 dei 161 Paesi al mondo che hanno effettuato scambi in renminbi - altro nome dello yuan - ad avere effettuato transazioni con la Cina e Hong Kong usando la valuta cinese per oltre il 10% del totale dei pagamenti: quindici Paesi in più rispetto all'aprile 2013, quando lo yuan era usato nel 6,2% delle transazioni. "E' un buon segnale per i livelli di adozione dello yuan e per la sua internazionalizzazione" ha commentato il direttore dell'unità di business intelligence di Swift, Astrid Thorsen. Tra i Paesi che sono cresciuti maggiormente nell'uso dello yuan ci sono Germania, Canada, Svezia, Indonesia, Australia e Malaysia. Il caso più rilevante, per dimensioni, è quello della Svezia che, da aprile scorso a oggi, ha aumentato del 1050% le transazioni in renminbi.
L'aumento nell'uso della valuta cinese nelle transazioni offshore è in forte crescita secondo i dati SWIFT. Negli ultimi due anni, scriveva l'istituto belga a fine ottobre, le transazioni offshore in renminbi (esclusa la piazza di Hong Kong) sono cresciute dell'837% in valore, raggiungendo una quota globale del 3,25% a settembre 2014. Singapore mantiene un posto dominante in questa classifica, con un aumento del 574% nei primi nove mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2013. Lussemburgo, al secondo posto, ha segnato un aumento del 517%, e la Gran Bretagna, più indietro, ha registrato una crescita del 236%.
La Cina sta incoraggiando l'utilizzo della propria valuta nelle transazioni, con accordi di currency swap e l'istituzione di clearing banks, che sono attualmente otto, se si esclude Hong Kong, la maggiore piazza dello yuan offshore: Seul, Singapore e Sydney, nel quadrante Asia-Pacifico; Parigi, Londra, Francoforte e Lussemburgo in Europa, e Toronto in nord America. Per il futuro prossimo, la Cina si attende un aumento dei pagamenti in renminbi, dalla Malaysia, dopo l'accordo delle scorse settimane tra le rispettive banche centrali, e Sydney, che aveva annunciato la decisione di istituire una clearing bank per la valuta cinese a giugno scorso, e che sarà operata da Bank of China, uno dei quattro grandi colossi bancari cinesi, come annunciato il 18 novembre scorso, durante la visita nel Paese del presidente cinese, Xi Jinping, al termine del G20 di Brisbane.
27 novembre 2014
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