Yacht per i ricchi di Pechino
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Yacht per i ricchi di Pechino

Yacht per i ricchi di Pechino

Nautica. Nuove commesse per i cantieri Codecasa di Viareggio
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FIRENZE
«Le telefonate dei clienti sono ricominciate la scorsa primavera, tutte dall'estero». Dopo due anni di stop del mercato della nautica, nel corso dei quali il cantiere Codecasa ha continuato a lavorare grazie a un portafoglio ordini solido, gli indicatori economici del gruppo di Viareggio quest'anno puntano con forza verso l'alto, sotto la spinta delle commesse internazionali.
Il fatturato delle tre aziende raccolte sotto il marchio Codecasa (il cantiere, che oggi produce yacht di lusso, fu fondato nel 1825 da Giovanni Battista Codecasa), è passato dai 49 milioni del 2009 ai 74 milioni del 2010 e l'incidenza dell'export sui ricavi è salita dal 78% all'87 per cento. Dai grandi clienti italiani (Giorgio Armani, Federico Del Vecchio e Stefano Gabbana hanno un'imbarcazione Codecasa), ai nuovi ricchi cinesi: i due ordini importanti di quest'anno, per mega-yacht di 65 metri, sono di società caraibiche che fanno capo a imprenditori di Hong Kong (settore immobiliare e delle materie prime).
«Nel giro di poco tempo è cambiato il mondo», dice Ennio Buonomo, 52 anni, amministratore del cantiere e marito di Fulvia Codecasa, che insieme alla sorella Elena, sposata con Fabio Lofrese, anch'egli impegnato in azienda, affiancano il padre Fulvio, presidente del gruppo. «Noi operiamo in una nicchia di mercato che ha risentito della crisi, i cui effetti però sono dilazionati nel tempo perché il ciclo di produzione di uno Yacht è mediamente di tre anni - aggiunge -. Ecco perché i nostri 75 dipendenti diretti, che diventano 200 con l'indotto, hanno sempre potuto lavorare. Ma nel 2009 il telefono è davvero rimasto silenzioso - continua - abbiamo iniziato a ricostituire il portafoglio ordini meno di un anno fa e a tirare è soltanto il mercato estero».
Nel pieno della crisi, Codecasa ha investito: circa 20 milioni per la costruzione di quattro capannoni lungo il canale dei Navicelli, in provincia di Pisa, dove dal 2011 verranno realizzati gli scafi. «La nostra filosofia è quella d'investire sul prodotto e non solo sul marketing - spiega Buonomo -. Con un margine operativo lordo nell'ordine del 20%, possiamo dedicare risorse importanti per la ricerca e anche per adeguare le strutture industriali: a Viareggio non c'è più spazio per espanderci e così abbiamo puntato sull'area dei Navicelli, dove sposteremo le lavorazioni più ingombranti e rumorose, dedicando il cantiere originale agli allestimenti».
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04/01/2011
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