Di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 23 set. - Cina e Stati Uniti devono cooperare in futuro per il benessere e la stabilità mondiale, perché un conflitto tra le due potenze potrebbe rivelarsi un "disastro" per il mondo intero. Nel primo giorno di visita ufficiale negli Usa, il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato la necessità per Cina e Stati Uniti di collaborare per la stabilità globale, ma ha dovuto affrontare le diffidenze americane sulla serietà di Pechino nella lotta al cyber-spionaggio. Xi ha parlato di fronte a una platea di uomini d'affari e di delegati di organizzazioni per la cooperazione tra le due sponde del Pacifico al Westin Hotel di Seattle. Dove ha incontrato anche l'ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger, l'artefice dell'apertura negli anni Settanta dei rapporti diplomatici tra Cina e Stati Uniti.
Prima ancora, a salutarlo dopo l'atterraggio, è arrivato anche l'ex ambasciatore americano negli Stati Uniti, Gary Locke, che aveva ricoperto la carica fino al 2014 e prima ancora era stato governatore dello Stato di Washington. L'arrivo di Xi Jinping a Seattle è stato segnato sia dall'accoglienza dei manifestanti pro-Cina che dei contestatori, tra cui membri del culto del Fa Lun Gong. perseguitato in Cina, attivisti pro-Tibet e manifestanti per l'indipendenza di Taiwan. L'arrivo a Seattle di Xi è stato segnato anche dal caso della donna d'affari americana Sandy Phan-Gillis, che da sei mesi sarebbe in stato di detenzione in Cina con l'accusa di essere una spia. La notizia, uscita mentre Xi Jinping era in volo per gli Usa, è in fase di verifica da parte delle autorità cinesi.
"Se Stati Uniti e Cina dovessero entrare in conflitto - ha affermato il presidente cinese - sarebbe un disastro per entrambi i Paesi e per il mondo". Xi ha poi rassicurato la platea sulle intenzioni nella lotta alla pirateria informatica. I cyber-crimini rappresentano il maggiore scoglio nelle relazioni tra Washington e Pechino e le accuse di furti informatici commessi da hacker sponsorizzati dal governo cinese sono anche in queste ore al centro delle polemiche. "Il governo cinese - ha affermato Xi - non è coinvolto in alcuna forma in questi furti commerciali né incoraggia o supporta tentativi di questo genere da parte di nessuno". La sicurezza informatica, hanno confermato alcuni funzionari della Casa Bianca, sarà anche tra i temi di discussione tra Xi e Obama, dopo l'arrivo a Washington del presidente cinese, giovedì prossimo.
Più rilassati i toni usati per illustrare alla platea americana i progressi nelle riforme dell'economia, altro tema che impensierisce Washington, dopo i recenti crolli della Borsa di Shanghai e la svalutazione dello yuan nei confronti del dollaro. Xi ha confermato che la Cina è "contro la svalutazione competitiva e la guerra valutaria e non abbasserà il tasso di cambio del renminbi per fare crescere le esportazioni". Pechino, ha poi confermato il presidente cinese, "non farà passi indietro" sulle riforme economiche. Un ultimo passaggio, Xi Jinping lo ha dedicato alla lotta alla corruzione all'interno del Partito Comunista Cinese, da lui iniziata a fine 2012, prima ancora di diventare formalmente presidente della Cina. "Abbiamo punito tigri e mosche - ha dichiarato, citando uno slogan anti-corruzione da lui stesso coniato nel 2013 - Non ha nulla a che vedere con le lotte di potere". Xi ha poi concluso con una battuta spiegando che la campagna contro i corrotti, "non è House of Cards", riferendosi al political drama della Netflix con protagonista Kevin Spacey.
Cina compra 330 boeing durante il viaggio di Xi negli Usa
Un gruppo di aziende cinesi ha comprato 300 aeromobili Boeing durante il viaggio negli Stati Uniti del presidente cinese, Xi Jinping, cominciato ieri. Lo ha annunciato l'agenzia Xinhua. Ieri, il gruppo statale cinese Commercial Aircraft Corporation of China aveva annunciato anche l'accordo con la Boeing per la realizzazione di uno stabilimento per l'assemblaggio degli aeromobili 737 in Cina, nella provincia costiera dello Zhejiang.
23 SETTEMBRE 2015
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