Dura stangata della Wto contro la Cina. E al centro del caso, ancora una volta, c'è la protezione della proprietà intellettuale: l'Organizzazione Mondiale del Commercio ha dato ragione a Washington, che nel 2007 aveva denunciato l'incapacità di Pechino nel proteggere marchi e diritti d'autore. La giuria della Wto ha riscontrato "diversi difetti nel sistema di protezione della proprietà intellettuale in Cina, difetti che sono incompatibili con il suo status di membro dell'Organizzazione Mondiale del Commercio". All'origine della disputa c'è la salvaguardia dei diritti d'autore su film, musica, libri e altri beni protetti; un giro d'affari che, secondo le stime della International Intellectual Property Alliance, costa all'industria dello spettacolo Usa 3.7 miliardi di dollari (circa 2.7 miliardi di euro) ogni anno. La Cina consente l'accesso ufficiale solo a un numero limitato di dischi, film e libri provenienti dall'estero ma, spiega Neil Turkewitz, vicepresidente della Recording Industry Association of America, "non tutela tutti i prodotti che non hanno passato la censura di stato per la distribuzione, che vengono quindi contraffatti e veduti liberamente. A chiunque visiti una città cinese capita di imbattersi in enormi negozi che espongono esclusivamente cd e dvd pirata". Ma la Wto non ha accolto uno dei punti principali sollevati nella controversia: gli Usa, che sostenevano la totale impunità dei contraffattori cinesi a causa di una normativa troppo blanda, si sono visti rispedire quest'ultima accusa al mittente. "I paesi appartenenti alla Wto non devono limitarsi ad affermazioni di principio- si legge nel documento risolutivo della disputa – ma ottenere risultati effettivi nella salvaguardia della proprietà intellettuale". In un breve comunicato il portavoce del ministero per il Commercio cinese, Yao Jian, ha espresso "rammarico" per il "mancato apprezzamento da parte della Wto dei progressi fatti dal nostro paese sulla protezione dei diritti d'autore", ma ha anche assicurato che la Cina "collaborerà fattivamente con la comunità internazionale per risolvere la questione". Tanto la Cina che gli Usa potranno chiedere un appello alla decisione del Wto.