Pechino, 25 gen. - Lotta all'inflazione, avanti tutta: le ultime mosse di Pechino si guadagnano l'approvazione della Banca Mondiale. "Quando ci si trova in una situazione di forte crescita del credito è molto difficile uscirne. C'è una linea molto sottile tra il non fare abbastanza e l'agire troppo velocemente" ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa Ardo Hannson, capo economista della World Bank a Pechino. "Tentare dei piccoli passi, vedere come reagisce il mercato e sperare che lo faccia in maniera ragionevole è il modo migliore di cominciare". Dopo che l'anno scorso l'impulso del governo per fronteggiare la crisi ha condotto a un imponente aumento dei nuovi prestiti erogati dalle banche – 9590 miliardi di yuan, circa 959 miliardi di euro - adesso è tempo di fare i conti con i rischi dell'inflazione e dello scoppio di bolle speculative nel mercato azionario o immobiliare: giovedì scorso la banca Centrale di Pechino ha aumentato il tasso d'interesse sui suoi titoli a tre mesi per la seconda volta nel giro di due settimane, una nuova mossa per mettere un freno al dilagare del credito facile. Precedentemente, alle banche cinesi era stato imposto un aumento del coefficiente di riserva obbligatoria (manovra che, di fatto, diminuisce l'ammontare di denaro destinato ai prestiti), e si era assistito anche a un aumento dei tassi d'interesse sui bond annuali. Ma Hannson ridimensiona anche le paure di Pechino sull'eventuale afflusso di speculazioni dall'estero in caso di un aumento del tasso d'interesse: "Si tratta di timori esagerati: la Cina mantiene politiche sul controllo dei capitali abbastanza severe. Stiamo assistendo effettivamente all'arrivo di capitali dall'estero che potrebbero essere impiegati in speculazioni, ma le ragioni dell'aumento del credito sono tutte cinesi. Per questo, ritengo che un aumento del tasso d'interesse dovrebbe esserci, e che ci sarà". E si registrano già alcuni segnali in tal senso: le banche di diverse città cinesi di prima fascia avrebbero già bloccato o rimandato i nuovi prestiti, dopo aver raggiunto il massimo delle quote concesse loro dalla banca Centrale nelle prime settimane di gennaio; secondo alcuni insider del mondo dell'industria, inoltre, gli istituti di credito sarebbero in attesa di un ritocco da parte della People's Bank of China, mentre le aspettative su un aumento del tasso d'interesse crescono su tutti i mercati. E montano anche le attese per la posizione di Pechino al World Economic Forum,che inizierà a Davos, Svizzera, mercoledì prossimo: a un anno di distanza dai severi rimproveri del premier Wen Jiabao, che accusava gli USA e le altre economie occidentali di avere provocato la crisi globale, adesso tutti gli occhi sono puntati proprio sulla Cina e sui timori di bolle speculative relativi alle sue politiche di agevolazione del credito. Pechino, che nel 2009 è riuscita a conseguire una crescita annua dell'8.7% e del 10.7% nel quarto trimestre dell'anno, ha anche assistito ad aumenti record dei prezzi delle proprietà.