Wong: "Confronto con studenti nocivo per Pechino"
di Alessandra Spalletta e Eugenio Buzzetti
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Hong Kong, 30 set. - Il confronto tra gli studenti di Occupy Central e l'amministrazione di Hong Kong guidata da Leung Chun-ying si consuma a distanza nella terza giornata di proteste ufficiali, mentre nel pomeriggio di oggi decine di migliaia di studenti sono tornati a occupare l'area di Admiralty, cuore delle manifestazioni del movimento nato ufficialmente nella notte tra sabato e domenica. CY Leung ha fatto sapere che non si dimetterà e che Pechino non cambierà idea sulla modalità di elezione dell'amministratore delegato dell'isola, ma gli studenti hanno continuato a manifestare, e in alcuni casi, scrivono i giornali di Hong Kong, anche a mostrare segnali di distensione nei confronti delle forze dell'ordine, in un atteggiamento diametralmente opposto rispetto al fine settimana scorso, quando sono stati usati lacrimogeni e spray al peperoncino contro i manifestanti.
"Non credo che nei prossimi giorni assisteremo a un confronto diretto: per la polizia sarebbe controproducente avere una reazione che potrebbe scioccare il mondo - afferma ad Agi China Miranda Wong, consulente finanziario di Hong Kong - La protesta è rimasta su binari pacifici e probabilmente, neppure l'Esercito Popolare di Liberazione verrà allo scoperto" come si temeva nei giorni scorsi. Il dilemma di come rendere meno complicata la situazione rimane, però, inalterato, nonostante il comunicato di oggi, in cui il governo dell'isola spiega che "Pechino non cambierà idea" rispetto alla possibilità di concedere il pieno suffragio universale all'ex colonia britannica.
"Gli studenti hanno emesso due importanti richieste: le dimissioni di CY Leung e l'abbandono da parte dell'Assemblea Nazionale del Popolo cinese della proposta di legge che esclude il pieno suffragio universale. Nessuno di questi due risultati può essere raggiunto - continua Miranda Wong - I manifestanti hanno le idee chiare su quello che vogliono. Sono molto bene educati e bene organizzati, ma le loro richieste non troveranno risposta da parte del governo cinese: sono molto pessimista su questo".
Nello scorso fine settimana l'escalation del conflitto tra forze dell'ordine e studenti aveva generato paragoni con i fatti di piazza Tian'anmen, 25 anni fa, quando la repressione dell'esercito cinese aveva spento le rivolte democratiche studentesche. Ora che la situazione è tornata alla calma il paragone sembra perdere consistenza, anche se secondo la consulente finanziaria di Hong Kong rimangono alcuni punti in comune. "La somiglianza più importante è che entrambi i gruppi combattono contro una leadership molto forte e in nome di un'idea, la democrazia. Nella "rivoluzione degli ombrelli" di questi giorni, la gente è più matura e ha un maggiore accesso alle informazioni, in tempo reale, con social network come Twitter. La repressione di domenica scorsa è stata prematura e questa è la ragione per cui non si vede in giro molta polizia in questi giorni".
Più che il paragone con piazza Tian'anmen, a destare preoccupazione - ormai da alcune settimane - è la possibilità che le proteste prolungate possano creare un danno di immagine alla città nota soprattutto per essere un hub finanziario di primo piano in Asia, ma l'eventualità di un danno economico sensibile viene ridimensionata dalle parole della consulente finanziaria. "Naturalmente, gli investitori stranieri sono preoccupati - afferma in conclusione Miranda Wong - Ma molti abitanti di Hong Kong hanno passaporto straniero. Se c'è un qualsiasi confronto, molti lasceranno l'isola per tornare in Canada, negli Stati Uniti o in Inghilterra".
30 settembre 2014
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