WEN: VERSO NUOVO PIANO QUINQUENNALE, OBIETTIVO 7%
La chat di ieri è stata fissata in un momento politicamente molto delicato: sabato prossimo, a Pechino, inizieranno i raduni annuali dell'Assemblea Nazionale del Popolo e della Conferenza Politica Consultiva del popolo cinese, alle quali il governo presenterà i contenuti del Dodicesimo Piano Quinquennale, stilato nell'ottobre scorso (questo articolo). Contemporaneamente, gli appelli alle "proteste dei gelsomini" che si susseguono da due settimane, pur non avendo riscosso grande seguito da parte della popolazione, hanno spinto Pechino a dislocare nelle città un imponente schieramento di forze di polizia, per controllare ogni forma di instabilità sociale in un periodo dell'anno in cui tradizionalmente - proprio a causa degli importanti appuntamenti politici - si punta ad evitare. Infine, il nuovo Piano, sarà l'ultimo dell'era Hu Jintao-Wen Jiabao, che nel 2012 passeranno il testimone alla nuova generazione dei leader del Partito Comunista Cinese, lasciandogli in eredità un paese che continua a crescere, ma solcato da numerosi conflitti interni. "La corruzione, combinata con l'inflazione (questo articolo), può condurre alla crisi sociale - ha detto ancora il primo ministro - non tollereremo i fenomeni corruttivi e mantenere i prezzi a un livello ragionevole continua ad essere la priorità del governo e del Partito". Sul fronte dei prezzi delle case, che rendono ormai un miraggio l'acquisto di un'abitazione per la classe media e stanno generando tensioni in larghe fasce della popolazione (questo articolo), Wen ha annunciato la costruzione di 36 milioni di edifici a prezzi popolari in cinque anni, ma ha ammesso che contenere i rincari "è un lavoro estremamente difficile".
Il Dodicesimo Piano Quinquennale, nelle intenzioni di Pechino, dovrà consacrare il passaggio da un modello di sviluppo basato sulle esportazioni a un sistema fondato sui consumi interni: i dati elaborati dalla Banca Mondiale, ad esempio, mostrano che la Cina conta sui consumi domestici solo per il 35% della sua economia, contro il 71% degli Stati Uniti e il 57% dell'India. Per consentire alle famiglie di risparmiare di meno e spendere di più, il governo punta anche a ridurre le spese sanitarie a carico dei cittadini al di sotto del 30%, rispetto all'attuale 40%. Il governo mira anche a ridurre i sussidi alle imprese statali e gli obiettivi di crescita del PIL dei governi locali, così come già fissato da alcune province come il Guangdong e il Jiangsu. Ma se l'obiettivo di una crescita al 7% sembra irrealistico alla maggior parte degli osservatori – basti pensare che nel 2010 il Dragone è cresciuto del 10,3% –, il segnale è chiaro: bisogna rallentare per risolvere problemi come corruzione, inflazione e disparità economiche che rischiano di generare dissenso. E riuscire così a mantenere una "società armoniosa".
di Antonio Talia
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