WEN: RISCHIO DI UNA NUOVA RECESSIONE GLOBALE
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WEN: RISCHIO DI UNA NUOVA RECESSIONE GLOBALE

WEN: RISCHIO DI UNA NUOVA RECESSIONE GLOBALE

Economia
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Pechino, 31 mag.- Una seconda recessione globale? Il primo ministro cinese Wen Jiabao l'ha definita "possibile" durante la sua visita a Tokyo, dove ha richiamato oggi l'attenzione dei vertici imprenditoriali giapponesi sulla crisi del debito in corso in Europa. "L'economia mondiale è stabile e ha iniziato la ripresa, ma si tratta di una ripartenza lenta, caratterizzata da molte incertezze e da fattori destabilizzanti – ha detto il premier – quindi non possiamo escludere con assoluta certezza il rischio di un secondo arresto nella crescita globale". Il monito del premier cinese arriva mentre le nubi continuano ad addensarsi sulle economie di diversi paesi dell'Eurozona: venerdì scorso Fitch è stata la seconda agenzia ad abbassare il rating del debito spagnolo, portandolo da AAA ad AA+, mentre ieri Parigi ha definito "difficile" il mantenimento della tripla A sui propri conti pubblici "senza l'applicazione di dure misure sul deficit". Wen Jiabao ha menzionato esplicitamente la crisi greca: "Alcuni paesi, come la Grecia stanno assistendo a una crisi del debito sovrano. Questo fenomeno è già finito? Stiamo constatando che la via d'uscita non è così semplice – ha detto Wen –e la crisi di alcune nazioni europee rischia di compromettere la ripresa di tutta l'Europa. Secondo la Cina è necessario seguire l'evolversi della situazione con estrema attenzione e adottare tutte le misure necessarie per prevenire questo nuovo pericolo". Così, mentre Atene, Lisbona, Madrid e Roma varano manovre economiche da miliardi di euro e le stesse Parigi e Berlino si avviano a tagliare il debito, Pechino teme un rallentamento delle sue esportazioni verso Eurolandia e sembra intenzionata a proseguire sulla strada delle misure a sostegno dell'economia. "Sono fiducioso sul fatto che la Cina riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2010 – ha detto ancora Wen –, ma dovremo mantenere una certa intensità nelle misure del pacchetto di stimolo varate all'esplodere della crisi. La Cina deve prestare un'attenzione particolare all'inflazione: l'obiettivo di un contenimento entro il 3% è di particolare rilevanza. Tutti i paesi del mondo devono coordinarsi per aumentare il sostegno all'economia globale, non possiamo permetterci la minima distrazione". Giovedì scorso, le voci pubblicate dal Financial Times su una possibile riduzione delle riserve cinesi denominate in euro avevano trascinato giù le borse e la valuta europea: "L'Europa era, è, e rimarrà uno dei principali mercati d'investimento per le riserve cinesi in valuta estera – aveva dichiarato il giorno dopo la SAFE (State Administration of Foreign Exchange) di Pechino in un comunicato –, siamo fiduciosi sul fatto che l'Eurozona riuscirà a superare le difficoltà e sosteniamo le azioni intraprese dal Fondo Monetario Internazionale e dall'Unione Europea per stabilizzare i mercati". Ma se le dichiarazioni cinesi di venerdì hanno riportato una boccata d'ossigeno sui mercati finanziari, la preoccupazione del Dragone per la situazione europea continua ad essere palpabile.

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