VOCI MORTE JIANG ZEMIN, DIMISSIONI VERTICI ASIA TV
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VOCI MORTE JIANG ZEMIN, DIMISSIONI VERTICI ASIA TV

VOCI MORTE JIANG ZEMIN, DIMISSIONI VERTICI ASIA TV

Politica interna
VOCI MORTE JIANG ZEMIN, DIMISSIONI VERTICI ASIA TV
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Pechino, 7 set.- La notizia della morte dell'ex presidente cinese Jiang Zemin – negata dalle autorità cinesi, mentre sulla sorte dell'ex presidente non si sa ancora nulla di sicuro- è costata la poltrona ai vertici di Asia Television. A due mesi dall'incidente del 6 luglio scorso, quando l'emittente di Hong Kong annunciò che Jiang Zemin era stato stroncato da un infarto,  il presidente Leung Ka-wing ha lasciato il suo incarico.  "Mi dimetto perché ho fallito. Ho la piena responsabilità di ciò che è successo. Nonostante il mio impegno, non sono stato in grado di bloccare la diffusione della notizia" ha spiegato Leung lunedì senza aggiungere dettagli su quali fossero stati i suoi sforzi. E dopo di lui è stata la volta del vice presidente Tammy Tammy Wei-yee.

 


L'emittente si era già scusata il giorno successivo all'incidente dopo che l'agenzia di stampa cinese Xinhua aveva smentito la notizia bollando l'informazione di Asia Tv come "semplice pettegolezzo" (questo articolo). Ma il caso non era ancora chiuso. Ad agosto, la Broadcasting Authority di Hong Kong ha fatto sapere di aver aperto un dossier sullo 'scivolone' della stazione tv dopo aver ricevuto ed esaminato 41 reclami, nessuno dei quali – assicurano dall'Organo di controllo – proveniente dal governo cinese. E se la società dovesse essere ritenuta colpevole il conto da pagare sarebbe molto salato con sanzioni, multe e soprattutto con la sospensione della licenza per violazione della legge che regola le trasmissioni.

 

Intanto la vicenda sta seminando tra gli organi di stampa di Hong Kong forti dubbi sull'imparzialità giornalistica. Sono in molti a considerare la vicenda come la prova che l'indipendenza editoriale è compromessa dal modus operandi del top management della stazione televisiva. L'ex colonia britannica, restituita alla Cina nel 1997, gode di ampie forme di autonomia. Il caso ha destato anche l'attenzione dell'organo legislativo di Hong Kong che, secondo il quotidiano locale The Standard, ha convocato Leung Ka-wing per far luce sulla questione e "indagare su tutto ciò che si nasconde dietro le dimissioni dell'uomo". Stesso obiettivo per la vice presidente del Partito Democratico Emily Lau Wai-hing secondo cui "ciò che è successo lascia intuire che la direzione di Asia Tv interferisce sul notiziario".  Lau ha poi ricordato l'importanza della libertà di stampa e delle responsabilità delle stazioni televisive che hanno l'obbligo di garantire l'imparzialità e  l'accuratezza dei propri notiziari.

 

Una nuova bufera, dunque, per Asia Tv che proprio di recente era finita sotto i riflettori. L'emittente era infatti stata criticata per aver ridotto la copertura mediatica degli attivisti pro-democrazia riservando ampio spazio ai sostenitori del governo cinese.

 

Mentre molti punti restano ancora da chiarire, il tema della libertà di stampa diventa sempre più delicato nell'ex colonia britannica combattuta tra due diversi modi di gestire i media: quello inglese, che mira a garantire il diritto all'informazione del cittadino, e quello cinese, che in nome della ragion di Stato censura le notizie sgradite all'establishment.

 

di Sonia Montrella

©Riproduzione riservata

 

 

 

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