VERSO SEOUL: CLIMA TESO AL G20 FINANZIARIO
ADV
ADV
VERSO SEOUL: CLIMA TESO AL G20 FINANZIARIO

VERSO SEOUL: CLIMA TESO AL G20 FINANZIARIO

Economia
di lettura
ADV
ADV
Sul tema è tornato lo stesso presidente Barack Obama nel corso del suo intervento a Seattle giovedì scorso, tappa del suo tour elettorale negli stati dell'Ovest. "Il ruolo della Cina nel sistema commerciale è cambiato, e per questo è necessario scrivere regole internazionali più eque" ha dichiarato Obama. "Quando molte delle regole commerciali furono scritte, non riuscimmo a spiccare un accordo severo come era nelle nostre possibilità". Intanto a Gyeongjuin il segretario del Tesoro americano ha richiesto ai Paesi di limitare il proprio avanzo commerciale al 4% del PIL, una misura che poche nazioni sarebbero in grado di mettere in atto. Allo stesso tempo, ha spiegato Geithner, i Paesi come gli Stati Uniti che si ritrovano con grossi deficit commerciali "dovrebbero adottare politiche fiscali sostenibili di medio-termine". Ma il progetto di Geithner non sembra destinato ad attirare seguaci: diversi stati anche molto lontani tra loro come l'India e il Giappone hanno già rifiutato la proposta americana; una strategia universale in grado di riequilibrare l'economia globale e impedire alle realtà emergenti di mantenere basso il valore delle proprie monete sembra suscitare un generale scetticismo. "E' un tema su cui dobbiamo discutere, ma non è realistico fissare obiettivi numerici" ha dichiarato il ministro delle Finanze giapponesi Yoshihiko Noda. Dopo il fallimento del vertice del Fondo Monetario Internazionale a Washington e della conferenza straordinaria di Shanghai (leggi questo articolo), i riflettori sono puntati al vertice di Seoul. Per il momento quella che era stata presentata come un'occasione per i Paesi del G20 per cercare un sentiero comune rischia di diventare un terreno di scontro per il dominio del mercato finanziario.
ADV