Vecchie lampadine al bando in Cina
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Vecchie lampadine al bando in Cina

Vecchie lampadine al bando in Cina

Green business. Riconversione dal 2012
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PECHINO
Un piano quinquennale per passare dalle vecchie lampadine inquinanti a quelle ecologiche. La Cina continua il suo lungo cammino verso un'economia a minor intensità energetica e sulla scia dell'Europa apre la strada alla riconversione delle lampadine.
L'ambizioso progetto, di cui dà notizia l'agenzia di Stato Xinhua, prevede infatti il passaggio graduale a un sistema di illuminazione a basso consumo. Il processo inizierà il 1° ottobre 2012 con la messa al bando delle lampadine a incandescenza sopra i 100 watt, dal 2014 verranno vietate anche quelle sopra i 60 watt e dal 2016 quelle sopra i 15 watt. Un percorso simile a quello dell'Unione europea, dove le vecchie lampadine a filo scompariranno nel settembre 2012.
Secondo le stime delle autorità cinesi, con questa operazione le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera verranno ridotte a regime di 48 tonnellate all'anno, pari a più di un decimo delle emissioni totali di un Paese come la Francia.
Il Governo punta poi a riconvertire le aziende del settore (la Cina è il primo produttore al mondo di lampade a incandescenza) alle nuove tecnologie. Nel frattempo le aziende straniere contano di trarre vantaggio da questa operazione: «I produttori cinesi - spiega all'agenzia Bloomberg l'analista Ahmar Zaman della società Usa Piper Jaffray - sono indietro di due-tre anni dal punto di vista tecnologico rispetto a società come l'americana Cree, che produce lampadine Led».
Il Governo cinese è da tempo impegnato in un vasto piano di trasformazione della propria economia da un sistema energy intensive a uno meno energivoro. L'estate scorsa il premier Wen Jiabao ha lanciato lo slogan «Risparmiate energia», un appello che dà la misura di com'è cambiata la società cinese se messo a confronto con il motto «Arricchitevi» di Deng Xiaoping. Dall'industria eolica al fotovoltaico, le aziende cinesi si sono guadagnate un ruolo di primissimo piano sullo scacchiere internazionale.
Nel settore del solare la loro leadership, favorita da sussidi governativi e bassi costi di produzione, ha messo in difficoltà i concorrenti europei e nordamericani, tanto che un gruppo di grandi aziende si è rivolto all'International Trade Commission (l'agenzia che difende gli interessi delle aziende americane) per promuovere un'azione contro la concorrenza sleale cinese.

06/11/2011
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