Roma, 27 lug.- La Cina batte un altro record, ma questa volta non c'è da esultare. Secondo il ministero dell'Ambiente, dal 2005 l'inquinamento ambientale ha registrato per la prima volta un peggioramento, complici le tempeste di sabbia che gli esperti attribuiscono perlopiù al problema della desertificazione, il crescente numero di automobili che popolano le reti stradali cinesi e l'incremento delle attività industriali. Le statistiche relative ai primi sei mesi dell'anno hanno evidenziato un calo dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2009 del numero di "giorni con una buona qualità dell'aria" in 113 città principali. "In queste città il livello delle particelle inalabili, principale indice di misurazione dello stato di inquinamento, è cresciuto per la prima volta negli ultimi cinque anni" ha spiegato il portavoce del ministero Tao Detian, che attribuisce il netto peggioramento della situazione alle tempeste di sabbia della scorsa primavera.
"A queste si aggiungono poi i progetti industriali e edili che sono iniziati quest'anno per sostenere la ripresa economica" ha riferito Chai Fahe, vice presidente dell'Accademia di ricerca cinese per le scienze ambientali. Ma l'inquinamento non è solo nell'aria: il ministero ha fatto sapere che più di un quarto delle acque superficiali cinesi sono contaminate e adatte al solo uso industriale e agricolo. E all'inizio dell'anno il Paese ha dovuto affrontare un'altra emergenza: quella delle piogge acide che hanno causato danni a 189 delle 443 città monitorate, compresa Shanghai dove le precipitazioni acide sono continuate per sei mesi da gennaio a giugno. Nonostante l'impegno di Pechino nella lotta all'inquinamento e nello sviluppo di energie verdi – solo una settimana fa Pechino ha stanziato oltre 500 miliardi di euro da utilizzare in progetti per lo sviluppo delle energie alternative – la situazione non sembra facilmente risolvibile tanto che la rapida industrializzazione che negli ultimi anni ha investito la Cina ha 'regalato' al Paese una qualità dell'acqua e dell'aria che vengono considerate la peggiori del mondo e che causano gravi danni alla salute dei cittadini. A sostenere la tesi è giunta una ricerca della rivista medica londinese The Lancet secondo cui l'inquinamento sarebbe stato il principale responsabile del milione e 300mila morti premature avvenute nel Paese.
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