Pechino, 24 giu.- A pochi giorni dall'invito di Pechino a restare fuori dal Mar Cinese Meridionale, Washington si dice pronta a fornire armi alle Filippine e a modernizzare il loro apparato militare. Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano Hillary Clinton nel corso di un incontro nella capitale statunitense con il segretario per gli Affari Esteri delle Filippine Alberto del Rosario. Un impegno di rafforzamento dei rapporti con l'alleato filippino che arriva proprio nel mezzo dell'escalation della disputa tra le Filippine e la Cina che contribuisce ad agitare le acque contese del Mar Cinese Meridionale. E proprio a questo proposito, giorni fa il vice ministro degli Esteri Cui Tiankai aveva dichiarato: "Gli Stati Uniti dovrebbero restare fuori dalle dispute nel Mar Cinese Meridionale". "I Paesi coinvolti nelle questioni territoriali stanno giocando con il fuoco e mi auguro che questo non sia alimentato dagli Stati Uniti" aveva poi aggiunto Cui ammettendo però che è anche nell'interesse di Washington salvaguardare il libero accesso a quelle rotte marittime vitali per i traffici commerciali.
Da tempo il Mar Cinese Meridionale è al centro di una complessa disputa territoriale che vede coinvolti Cina, Vietnam, Filippine, Taiwan, Brunei e Malaysia, tutti impegnati a rivendicare in tutto o in parte le acque intorno alle Isole Paracel e alle Isole Spratly, un pugno di scogli disabitati ma - secondo diverse esplorazioni - ricchi di risorse energetiche. La Cina proclama la sua sovranità sull'intero Mar Cinese Meridionale, e tenta da tempo di gestire le controversie una per una con i singoli stati, anziché impegnarsi in negoziati multilaterali. Quanto agli Stati Uniti, invece, lo scorso anno avevano già ribadito l'interesse nazionale alla libera circolazione nell'area per bocca del segretario di Stato Hillary Clinton: Washington pattuglia le acque dell'area Asia-Pacifico dalla Seconda Guerra Mondiale ed è alleata della Thailandia e delle Filippine, oltre ad essere legata a Taiwan da un trattato che la vincola a tutelarne la difesa.
I rapporti tra Manila e Pechino si sono incrinati invece a marzo quando una nave che stava conducendo esplorazioni in un'area contesa nella Reed Bank, al largo delle Isole Spratly, era stata circondata da due imbarcazioni militari cinesi; Manila aveva reagito inviando alcuni aerei nella zona. Le Filippine hanno lamentato negli ultimi mesi almeno cinque sconfinamenti, e sia Manila che Hanoi hanno espresso lamentele formali all'ONU.
Intanto, Usa e Filippine hanno annunciato che la prossima settimana daranno il via agli 11 giorni di esercitazioni navali congiunte nel Mar Cinese Meridionale. "Saranno effettuate esercitazioni anti-pirateria e anti-contrabbando nonché test sulla prontezza e sull'efficacia delle due flotte di fronte a diversi scenari possibili quali disastri naturali, attacchi e assistenza umanitaria" ha spiegato il luogotenente della marina filippina Noel Cadigal.
Le esercitazioni congiunte della prossima settimana, conosciute come CARAT (Cooperation Afloat Readiness and Training), rientrano nelle attività militari previste dal trattato di reciproca difesa stipulato dai due Paesi nel 1951. "La reiterazione del nostro trattato di partnership con gli Usa è tempestiva" si legge sul comunicato emesso dal palazzo presidenziale di Manila. Ma l'appuntamento della prossima settimana era già in agenda e non ha nulla a che vedere con le tensioni nel Mar Cinese Meridionale, precisa il governo filippino secondo cui il rafforzamento delle relazioni in questo preciso momento storico rappresenterebbe solo una coincidenza.
Tuttavia giovedì il segretario di Stato americano si è detta molto preoccupata che i recenti incidenti nel Mar Cinese Meridionale possano minacciare la pace e la stabilità della regione. Dal canto suo del Rosario ha assicurato alla Clinton che "le Filippine faranno tutto il possibile per resistere a qualsiasi aggressione possa avvenire nel proprio 'cortile'".
di Sonia Montrella
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