Pechino, 26 gen.- Nella battaglia combattuta contro la Cina nelle acque del Pacifico, gli Stati Uniti cercano rinforzi nell'alleato filippino. Secondo quanto riferito dal Washington Post, Manila e Washington sarebbero in trattativa per incrementare le basi militari americane nell'arcipelago. Sebbene il progetto sia ancora in fase embrionale, riferisce il quotidiano, i funzionari di entrambi i Paesi sono favorevoli all'accordo tanto che, riferiscono fonti ufficiali, giovedì e venerdì, nella capitale americana, si terranno diverse sessioni di intensi colloqui in vista dell'incontro di alto livello tra i leader dei due Paesi previsto per marzo. L'accordo con le Filippine arriva dopo quello con Canberra per creare una task force marittima americana composta da 2.500 soldati in Australia e con Singapore per l'apertura di una stazione. Ma questa volta anziché fondare enormi basi con rimandi alla Guerra Fredda, i funzionari del Pentagono hanno fatto sapere di voler mantenere un passo leggero.
Nuova manovra di containment contro la Cina nel Pacifico? Sembrerebbe proprio di sì: "sebbene gli Stati Uniti abbiano già decine di migliaia di truppe dislocate in diverse basi in Giappone, Corea del Sud e Guam, sembrano più che mai decisi a rafforzare la loro presenza nel Sudest asiatico", si legge ancora sul WP. "D'altronde alcune delle rotte commerciali più lucrose del monde passano attraverso lo Stretto di Malacca e il Mar Cinese Meridionale". Oggetto, quest'ultimo, di una lunga controversia territoriale che vede coinvolti Vietnam, Filippine, Malaysia, Taiwan, Brunei e naturalmente la Cina, tutti impegnati a rivendicare la sovranità territoriale delle Spratly e delle Paracel, arcipelaghi disabitati, ma ricchi di risorse energetiche. Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno tutto l'interesse nel mantenere libero il commercio nella zona. "Restate fuori dalle questioni dell'Oceano Pacifico" ha più volte intimato a Washington Pechino. "Per gli Stati Uniti il Ventunesimo Secolo sarà il secolo del Pacifico" aveva detto Clinton a novembre all'apertura del vertice APEC (Asia- Pacific Economic Cooperation); annuncio seguito subito dopo dall'accordo con l'Australia. "Preparatevi a combattere" aveva ordinato alla Marina un esplicito Hu Jintao con chiaro riferimento alle ultime mosse americane.
E se l'Aquila si prepara a sfidare il Dragone, trova buoni alleati proprio nei vicini di casa di quest'ultimo: "Possiamo citare almeno altri tre Paesi che hanno agito come noi: l'Australia, il Giappone e Singapore" ha riferito al Washington Post un funzionario filippino che ha chiesto di rimanere anonimo. "Non siamo i soli ad averlo fatto e per una buona ragione: vogliamo la stabilità della regione. Nessuno desidera confrontarsi con la Cina".
di Sonia Montrella
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