(di Gianluigi Negro)
Continua a crescere il numero degli internauti cinesi. A evidenziarlo è l'ultimo rapporto del China Internet Network Information Centre (CNNIC). La Cina, che lo scorso anno aveva già superato il numero di utenti statunitensi, arriva così a contare 338 milioni di cittadini che accedono alla Rete; un dato che, se associato all'indice di diffusione (oggi al 25,5%), fa capire come la Cina superi la media mondiale che si attesta al 21,9% e la rende il primo paese in via di sviluppo in questa speciale classifica.
Lo sviluppo di Internet in Cina, non solo prosegue in maniera costante ma si basa anche su parametri nuovi - il Web 2.0 e gli standard 3G - che hanno registrano rispettivamente uno quota di adesione del 78% e del 28,4%.
Un altro aspetto di primario interesse è offerto dai 155 milioni di utenti (il 46% dell'utenza totale) che si serve del cellulare per navigare; ovviamente si tratta di un'utenza particolarmente giovane e che coinvolge una fascia d'età che va da 10 ai 29 anni e quindi caratterizzata da una forte componente dei cosiddetti nativi digitali. In base a queste considerazioni si ritiene che il proliferare di questo tipo di tecnologie possa continuare anche nei prossimi mesi.
Ottimi risultati sono stati ottenuti anche nel settore dell'e-commerce, tema molto dibattuto nelle ultime settimane a causa dei nuovi servizi di settore lanciati da Google.cn, QQ e Baidu desiderosi di contrastare il dominio finora indiscusso di Alibaba. Attualmente 87 milioni di utenti cinesi acquistano online, ma il dato è sicuramente ancora più interessante se si considera che 190 milioni di utenti hanno contratto un virus navigando e che 110 milioni sono state vittime di furto di password e numeri di carta di credito.
Sebbene l'aspetto quantitativo sia di certo di primario interesse, bisogna anche soffermarsi nell'analizzare su come i cinesi utilizzano il Web. Se è vero che la discrepanza tra il numero di utenti nelle zone costiere e aree rurali è sempre meno accentuato, è altrettanto vero che l'utilizzo ludico di Internet detiene ancora il primato (85,5%).
Indubbiamente Internet rappresenta una piattaforma che stimola la partecipazione della società civile, e non a caso rappresenta il canale d'informazione più importante per l'94% del popolo della rete; inoltre, il 53,8% dell'utenza cinese gestisce un blog e grazie al Web segue con più interesse le dinamiche che caratterizzano la politica interna (81%). Bisogna tuttavia tener presente che per una parte considerevole dell'utenza, soprattutto quella più istruita, l'attendibilità delle notizie online non è molto elevata: il CNNIC individua la causa di questo fenomeno nell'eccessivo utilizzo di piattaforme Web 2.0 nelle quali è presente un flusso di informazioni elevato ma spesso caratterizzato da cittadini comuni.
Internet in Cina è una realtà dai numeri importanti e pertanto difficile da valutare in tutti i suoi aspetti. Investire il mezzo come veicolo per una forma di democratizzazione del Paese rischia pertanto di essere una scelta quanto mai azzardata. Per quanto il popolo della Rete inizi a cercare di far valere i propri diritti (come nel caso del lancio del software Green Dam) e a denunciare scandali che coinvolgono governi locali (tra i più rinomanti quello di Yang Jia e Deng Yu Biao), bisogna tuttavia riconoscere che fenomeni come la censura ma anche l'assenza di professionalità di molti utenti che creano notizie, sono realtà con le quale molti internauti sono costretti, loro malgrado, a misurarsi. La dialettica tra le due parti è quanto mai attiva ed interessante; da parte nostra, abbiamo la possibilità di seguirne gli sviluppi, un particolare che - è bene ricordarlo - non è del tutto scontato.
Gianluigi Negro
Gianluigi Negro si è laureato in Lingue Istituzioni Giuridiche Economiche dell'Asia Orientale (curriculum Cina) all'università Ca' Foscari di Venezia, e al momento frequenta il Master "Global Management: Società e Istituzioni della Cina Contemporanea" presso l'Università di Roma III. Si interessa di web 2.0 in Cina.