Pechino, 30 apr. - A ovest, nello Shanxi, nella città di Yulin; poi a nord, superando il distretto di Shenmu, la città di Daliuda, il fiume Mulun e il confine con la Mongolia; poi a est, attraversando per intero i territori posti sotto la giurisdizione di Ordos, e spingendosi fino a Wuhai e alla vicina Alaxa: questo il tortuoso e lungo percorso, che in totale conta qualche centinaia di chilometri, del corridoio più ricco di risorse di tutta la Cina.
La regione di Ordos si estende per 87mila chilometri quadrati: se il 48% della superficie è desertico e quindi inabitabile, il 70% del sottosuolo nasconde miniere di carbone. 167,6 miliardi di tonnellate di riserve assicurate e mille miliardi di tonnellate di riserve stimate che, complessivamente, costituiscono circa 1/6 del totale delle riserve dei giacimenti dell'intera nazione. Ogni giorno 1/8 del fabbisogno di carbone cinese viene estratto a Ordos. E, come se non bastasse, oltre a tutto questo carbone, anche 750, 4 miliardi di metri cubi di gas naturale, pari al 31,8% delle riserve autenticate del paese.
Ordos di 'ieri': un caso inedito e atipico del miracolo economico cinese
Dal 1978 (anno in cui Deng Xiaoping lanciò il programma di riforme economiche) numerose città cinesi, soprattutto quelle localizzate nelle regioni meridionali e costiere, hanno conosciuto una graduale ma continua crescita economica. La storia del 'miracolo economico'di Ordos è invece una storia inedita. Nei soli quattro anni che sono strascorsi dal 2005 al 2009 (e che possono essere considerati il 'momento d'oro' dell'economia cinese), un minerale nero (il carbone), che giaceva nascosto sotto terra da milioni di anni e che non era mai stato così prezioso come ai nostri tempi, ne trainava la crescita e permetteva alla città di quadruplicare sia il proprio Pil che le entrate del governo. Riportando alcuni dati, il primo valore è schizzato dai 55miliardi di yuan del 2005 ai 210miliardi di yuan del 2009; mentre il secondo è passato dai miseri 9,3miliardi di yuan del 2005 ai 36,58miliardi di yuan nel 2009. E la corsa non appare ancora terminata: guardando al futuro, è infatti possibile che nei prossimi cinque anni il Pil pro capite di Ordos superi anche quello della cosiddetta "Perla d'Oriente", il centro finanziario dell'Asia, ovvero Hong Kong.
Ordos di 'oggi': una realtà in movimento
Questa rapida accumulazione di ricchezza, si riflette nella metamorfosi che sta trasformando la città. Il cambiamento è fulmineo, diversamente da quanto avveniva all'interno delle Zone Economiche Speciali (ZES). Urbanizzazione, nuova industrializzazione, nuovo modello economico, nuove esigenze, nuova borghesia e nuovi stili di vita: intrecciate tutte insieme queste trasformazioni compongono un interessante panorama sociale. Ma la storia della prosperità di Ordos non si limita solamente alla storia delle ricche miniere di minerali e la parte più interessante del racconto del 'miracolo economico' di questa città consisterà probabilmente nelle modalità in cui le autorità governative, congiuntamente ai "boss del carbone", decideranno di utilizzare e veicolare la ricchezza accumulata negli ultimi anni.
Ordos di 'domani': liberarsi dalla "maledizione delle risorse"
In economia, vi è una teoria, nota come "maledizione delle risorse" (o paradosso dell'abbondanza) che sostiene che i paesi e le regioni con un'abbondanza di risorse naturali, in particolare non rinnovabili come minerali e combustibili, tendono ad avere minore crescita economica e minore sviluppo rispetto ai paesi con meno risorse naturali. Questo per una concomitanza di fattori, tra cui il declino della competitività degli altri settori economici, la volatilità dei redditi del settore delle risorse naturali come diretta conseguenza della fluttuazione dei prezzi nel mercato globale delle materie prime, la cattiva gestione governativa delle risorse stesse, nonché la debolezza, l'instabilità o la corruzione delle istituzioni.
Da questo punto di vista, se Ordos desidera davvero liberarsi dalla "maledizione delle risorse", deve attuare una vera e propria rivoluzione, procedendo ad un capovolgimento del modello economico attuale. Per farlo occorrono saggezza e coraggio, ma proprio questo tipo di libertà d'azione e possibilismo, sono quelle caratteristiche che mancano a molte altre città cinesi e che potrebbero rendere la storia di Ordos non solo inedita, ma addirittura unica.
Di Giulia Ziggiotti