Un Catalogo cinese da non ignorare
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Un Catalogo cinese da non ignorare

Un Catalogo cinese da non ignorare

LE IMPRESE GRADITE A PECHINO
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C'è una nuova rivoluzione in atto in Cina sancita dall'entrata in vigore oggi del nuovo Catalogo degli investimenti esteri che piacciono a Pechino. Oppure no. Una profonda ristrutturazione è in corso nel tessuto economico cinese e il Governo chiama a raccolta le aziende straniere, specie quelle che hanno un valore aggiunto nei settori di interesse, dalla sicurezza alimentare all'energia pulita, dai servizi finanziari a quelli utili ad aumentare l'efficienza delle imprese cinesi. Com'è messa l'Italia? Con poco più di 355 milioni di dollari a dicembre 2011 è solo al settimo posto tra i concorrenti europei, mentre la Simest che ha sostenuto un centinaio di operazioni (pari al 45% della presenza italiana in Cina), per il 53% nel settore elettromeccanico e metalmeccanico concentrate soprattutto lungo la costa orientale del Paese. La sfida è doppia: organizzativa e finanziaria. Le aziende italiane devono saper orientare meglio le loro scelte di investimento in Cina senza muoversi, ammonisce l'ambasciatore a Pechino, Attilio Massimo Iannucci, in maniera solitaria, ma cercando il supporto delle istituzioni all'estero. Poi, devono irrobustirsi finanziariamente per essere in grado di competere su un mercato che - lo dimostra il Catalogo - ha sposato la logica dell'efficienza.

30/01/2012
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