Tris di acquisizioni energetiche all'estero

di Sonia Montrella
Roma, 3 feb.- Pechino ha un nuovo mantra: assicurarsi una grossa fetta del mercato energetico. E lo fa muovendosi su due fronti: quello degli approvvigionamenti e quello del business. A conferma di ciò la notizia degli accordi siglati in poco più di 24 ore fra tre importanti società cinesi e alcune compagnie energetiche estere. Ma il premier Wen Jiabao rassicura: il Gigante asiatico non ha né le possibilità, né l'intenzione di "comprare l'Europa". "La Cina vuole cooperare con i Paesi dell'Eurozona per dare loro un supporto nella lotta alla crisi del debito. Alcune persone vedono questo come un tentativo di da parte di Pechino di comprare l'Europa, ma ciò è del tutto lontano dalla realtà" ha spiegato il premier cinese nel corso del business forum sino-tedesco che si è tenuto a Canton.
Nell'intervento di Wen, nessun riferimento al tris di acquisizioni energetiche all'estero che vedono impegnati tre colossi cinesi: Petrochina, State Grid e il Fondo Sovrano CIC. Mercoledì Petrochina Co., il più grande produttore di petrolio del Paese ha acquistato da Royal Dutch Shell Plc (RDSA) quote del 20% di un giacimento di gas naturale e gas da scisti nella Columbia Britannica, in Canada. L'accordo, secondo Finance Asia, vale più di un milione di dollari. Le due società – ha dichiarato il direttore finanziario di Shell Simon Henry - hanno inoltre pianificato di incrementare quest'anno il numero dei pozzi petroliferi che passeranno così da 15 a 25.
Una collaborazione attiva già da tempo: lo scorso giugno, Shell e China National Petroleum Corp., società madre di Petrochina, si sono accordate per incrementare la cooperazione nell'esplorazione energetica sul suolo cinese che secondo le stime 'nasconde' le più grande riserve di gas da scisti del pianeta. Un progetto per cui, secondo Henry, le due società hanno investito oltre 400 milioni di dollari.
A poche ore dall'accordo di Petrochina, State Grid International of China il monopolista della distribuzione di elettricità - ha fatto spesa in Portogallo si è aggiudicata per 387,2 milioni di euro il 25% delle azioni della REN-Redes Energeticas Nacionais SA (RENE), principale rete di gas ed elettricità del Paese europeo. La privatizzazione rientra nel piano di salvataggio concordato ad aprile dal governo portoghese con l'Ue e l'FMI, che prevede la vendita di quote di compagnie energetiche. E tra queste è inclusa appunto la Ren che oltre alla fetta acquistata dai cinesi della State Grid, ha venduto un restante 15% all'Oman Oil. Secondo il segretario del Tesoro portoghese Maria Luis Albuquerque, la proposta di State Grid prevede la creazione di un fondo da un miliardo di euro concessi dalla China Development Bank Corp che servirà a finanziare fino al 2014 la ripresa della Ren.
Infine, sempre nella giornata di ieri, è sceso in campo anche il Fondo sovrano China Investment Corporation che ha comprato una quota di minoranza di EIG Global Energy Partners, società con sede a Washington che si occupa esclusivamente di investimenti nei settori energetici e in infrastrutture relative al settore. Ma per ora non è emersa ancora nessuna indiscrezione sul valore dell'ultima acquisizione energetica del fondo sovrano cinese. Fondato nel 2007, il CIC il cui valore stimato si aggira attorno ai 410 miliardi di dollari, ha il compito di investire nei settori più disparati e diversificare le riserve cinesi.
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