Trampolino cinese per lo sviluppo del gruppo Montante
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Trampolino cinese per lo sviluppo del gruppo Montante

Trampolino cinese per lo sviluppo del gruppo Montante

Oltreconfine. Produrrà ammortizzatori
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ASTI. Dal nostro inviato
La Cina è vicina per il gruppo Montante, che sta perfezionando un accordo per produrre ammortizzatori per veicoli industriali, auto e treni nella città di Chongqing, quattro milioni di abitanti in un'area metropolitana grande otto volte tanto. L'operazione è stata deliberata dalla Mediter Shock Absorber, la Spa della famiglia Montante, tra le prime tre imprese europee del settore, che con i marchi Msa e Gimon opera ad Asti con due stabilimenti ed è presente con altre due unità a Castelfranco Veneto e Caltanissetta.
«L'insediamento in Cina - dichiara il presidente, Antonello Montante – avverrà tramite una newco di cui saranno soci anche la Simest e un partner filogovernativo locale con cui stiamo negoziando». Il 20 di questo mese l'imprenditore siciliano partirà, al seguito di una delegazione di Confindustria, in missione per Shanghai. E si fermerà nella Repubblica popolare «per definire gli aspetti sostanziali dell'investimento, che sarà compreso tra i 20 e i 25 milioni di euro». Lo stabilimento dovrebbe sorgere nella stessa area industriale di Chongqing dove dal 2005 opera l'Iveco (Fiat), uno dei grandi clienti del gruppo Montante. L'avvio della produzione è previsto entro il giugno 2011.
«Non andiamo in Cina per delocalizzare – precisa Montante – ma per svilupparci, per aggiungere valore alle attività in Italia, per mettere insieme la voglia di fare dei cinesi e l'eccellenza dei nostri componenti. I costi fissi e di trasporto non ci consentono di essere competitivi sui mercati asiatici se non con una presenza industriale diretta in quella parte del mondo. E dalla Cina, dove già forniamo le ferrovie locali, contiamo di vendere in India, Giappone e altri paesi. Faremo un salto di fatturato esponenziale, perché oggi, sul 50% delle richieste che ci arrivano dalle varie parti del mondo, non riusciamo ad essere competitivi per ragioni di costo, e in particolare di costi di logistica, che incidono in misura elevata». L'ammortizzatore è un componente di comfort e di sicurezza del mezzo di trasporto, tecnologicamente avanzato, le cui parti (da un minimo di 60 fino a un massimo di 300) sono realizzate quasi tutte in casa dalla Mediter: prodotte e collaudate con il metodo della qualità totale. «Per questo – dice ancora Montante – manderemo laggiù una nostra squadra di tecnici che formi la forza lavoro all'utilizzo delle macchine e alle problematiche della produzione. La Cina ha bisogno dei materiali e delle specializzazioni che abbiamo in Italia. Oggi il nostro settore è molto penalizzato dalla crisi, che abbiamo affrontato riducendo le produzioni a più basso valore aggiunto e concentrandoci sui componenti più innovativi. Ancora non abbiamo fatto cassa integrazione, ma al prezzo di grandi sacrifici e di un appesantimento finanziario».
Nella produzione di ammortizzatori Montante occupa 300 addetti e realizza quasi 50 milioni di giro d'affari, di cui oltre il 60% all'estero. Francia e Germania sono i mercati di sbocco principali in Europa, mentre al di fuori l'export s'indirizza già oggi in Cina e India. Parallelamente il gruppo è attivo nella produzione di elementi elastici gomma-metallo, anche questi destinati all'industria autoveicolistica. Ma la popolarità del gruppo è soprattutto associata all'impresa di biciclette creata in Sicilia negli anni '30 dal capostipite della famiglia, Calò Montante. È stato Antonello Montante a rilanciare lo storico marchio del nonno creando una "due ruote" griffata made in Italy: un prodotto che fa ormai tendenza e riscuote successo sia in Italia che all'estero. Dopo la guerra, quando il mercato della bici crolla, i Montante diversificano nella moto. E negli anni '60, con il boom della 500, Gino Montante, padre di Antonello, abbandona il comparto della moto e rileva in Piemonte un'azienda di ammortizzatori che col tempo diventa leader internazionale. Ed è qui che oggi si gioca il futuro dell'impresa di famiglia.
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17/11/2010
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