Di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 9 lug. - Cina e Stati Uniti provano a normalizzare i rapporti bilaterali segnati dalle divergenze per lo spionaggio informatico, lo yuan che Washington ritiene sottovalutato e la tensione crescente nel Mare Cinese Meridionale tra Pechino e i Paesi del sud-est asiatico per le dispute di sovranità.
All'apertura dei lavori della sesta edizione del Dialogo Economico e Strategico tra i due Paesi, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto agli Stati Uniti di "trattenersi dall'imporre la propria visione" soprattutto in riferimento alle questioni aperte nel Mare Cinese Meridionale che vedono la Cina contrapporsi a Vietnam e Filippine. Xi ha poi precisato che Pechino non cerca il confronto con Washington, che potrebbe terminare in un "disastro" per i due Paesi e per il mondo intero. "Costruire un nuovo modello di relazioni tra grandi Paesi tra Cina e Stati Uniti è senza precedenti nella storia - ha sottolineato Xi Jinping - non esiste esperienza passata da cui imparare". Il presidente cinese ha sottolineato in più occasioni da quando si è insediato a capo della Cina, nel marzo 2013, come Pechino e Washington debbano cercare un nuovo modello di relazioni per evitare situazioni di conflittualità in futuro.
L'invito è stato accolto dal segretario di Stato statunitense, John Kerry, che ha ribadito la posizione della Casa Bianca di non cercare il contenimento della Cina in Asia e ha sottolineato la determinazione della Casa Bianca nel cercare "un cammino di pace, prosperità e cooperazione" tra i due Paesi. Kerry ha poi spiegato che gli Stati Uniti "accolgono l'emergere di una pacifica, stabile e prospera Cina, che contribuisce alla stabilità e allo sviluppo della regione". Entrambe le delegazioni hanno poi ricevuto una lettera del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha incoraggiato il dialogo tra le due parti nonostante le complessità del rapporto. "Abbiamo bisogno di costruire la nostra relazione attorno a sfide comuni, responsabilità reciproche e interessi condivisi - ha piegato Obama nel messaggio ai delegati - anche quando affrontiamo con sincerità le nostre differenze".
La delegazione cinese era guidata dal vice primo ministro Wang Yang e dal Consigliere di Stato Yang Jiechi, mentre quella gli Stati Uniti dal segretario di Stato John Kerry e dal segretario al Tesoro, Jacob Lew. Proprio quest'ultimo e il vice primo ministro cinese sono stati al centro dell'ultima disputa su un altro argomento che genera tensione tra le due sponde del Pacifico, lo yuan. In una telefonata, il mese scorso, Lew aveva chiesto a Wang che la Cina si muovesse "rapidamente" verso un tasso di cambio della propria valuta determinato dal mercato, con l'accusa di mantenere lo yuan artificialmente sottovalutato rispetto al dollaro.
Cina e Stati Uniti non sono divisi solo dal ruolo della Cina in Asia e dalla gestione della valuta cinese da parte della banca centrale di Pechino. Tra gli altri temi che verranno trattati nel corso del forum ci saranno poi quelli relativi al programma nucleare nord-coreano, sul quale la Cina ha una posizione contraria ma incline al dialogo, il traffico di specie protette, e il cambiamento climatico, in preparazione del forum di Parigi del prossimo anno, considerato generalmente l'incontro più importante sul tema dopo la firma del protocollo di Kyoto del 1997. Le discussioni tra i due Paesi hanno portato di recente a un riavvicinamento delle posizioni tra i due paesi maggiormente responsabili dell'emissione di gas serra: nel febbraio scorso, durante la visita di Kerry a Pechino, Cina e Stati Uniti si sono impegnati a cercare un terreno comune entro il prossimo anno. Molto più difficile, invece, la possibilità che si riapra tra le due capitali il working group sulla sicurezza informatica, interrotto unilateralmente da Pechino dopo le accuse statunitensi a cinque funzionari dell'Esercito Popolare di Liberazione, l'esercito cinese, di spionaggio informatico ai danni di diverse industrie statunitensi nel maggio scorso.
OTTO ACCORDI PER TAGLIO A EMISSIONI DI GAS SERRA
Intanto Cina e Stati Uniti sono più vicine nell'abbattimento dei gas serra. I rappresentanti dei due Paesi presenti oggi a Pechino per l'annuale appuntamento del Dialogo Economico e Strategico hanno firmato otto memorandum d'intesa che serviranno ad avvicinare le posizioni dei due maggiori produttori di emissioni inquinanti al mondo in vista del prossimo vertice di Parigi del prossimo anno. Washington e Pechino hanno alcune differenze derivanti dalla diversa posizione dei due Paesi nello scacchiere geopolitico: la Cina chiede, come Paese emergente, il sostegno delle economie industrializzate nella lotta all'inquinamento, mentre gli Stati Uniti chiedono alla Cina di fare un passo avanti rispetto alla differenza tra economia industrializzata e Paese emergente e non prevedono lo stanziamento di fondi a favore.
Tra gli accordi di oggi c'è quello della cinese Huaneng con la Summit Power Group per la condivisione di informazioni e di expertise sullo sviluppo di tecnologia per la generazione di energia dal carbone pulito, settore dell'energia su cui la Cina sta puntando molto, come confermato anche da un discorso dello stesso presidente cinese, Xi Jinping il mese scorso, in cui ha sottolineato l'importanza del rispamrio energetico e dell'uso di forme pulite di energia, come il gas, il nucleare e le rinnovabili. La Virginia Western University ha poi firmato un contratto con la Yanchang Petroleum per una dimostrazione di tecnologia ultra-pulita nella provincia settentrionale cinese dello Shanxi e, infine, un ultimo accordo lo Shanxi Coal International Group e la University of Kentucky darà vita a uno studio di praticabilità su una centrale a carbone che potrebbe portare a una riduzione di due milioni di tonnellate di CO2 all'anno.
09 luglio 2014
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