Tour americano per il futuro leader cinese
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Tour americano per il futuro leader cinese

Tour americano per il futuro leader cinese

Svolta. Martedì Xi alla Casa Bianca
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SHANGHAI. Dal nostro corrispondente
Il futuro delle relazioni tra Cina e Stati Uniti. La difficile congiuntura economica globale. Gli equilibri militari e geostrategici nello scacchiere Asia-Pacifico. Il ruolo delle Nazioni Unite nella soluzione della crisi siriana. La delicata transizione ai vertici della Corea del Nord. La minaccia nucleare iraniana. I rapporti commerciali tra Washington e Pechino. Xi Jinping parte per gli Stati Uniti con un'agenda fitta e impegnativa. Martedì il futuro Grande Timoniere cinese (salvo improbabili sorprese, nella primavera 2013 l'attuale vicepresidente succederà a Hu Jintao alla guida del Paese) discuterà con Barack Obama cosa possono fare le due superpotenze per ridurre le frizioni reciproche e disinnescare le pericolose bombe a tempo sparse per il pianeta.
La trasferta americana di Xi, la prima da quando nell'ottobre 2007 entrò nella stanza dei bottoni del Partito Comunista (il Comitato permanente del Politburo composto da soli nove membri), si annuncia come una difficile partita a scacchi.
Da un lato, a Washington tutto il mondo politico è curioso di conoscere l'uomo che dovrebbe guidare la Cina fino al 2023. E, magari, anche di riuscire a capire come la pensa. Ma non sarà facile. Come si conviene a un uomo d'apparato, Xi Jinping sbarca sull'altra sponda del Pacifico avvolto in un alone di profondo mistero. D'altronde, da quando è diventato il delfino designato alla leadership cinese, di lui si è detto tutto e il contrario di tutto. Così, per tentare di leggere il personaggio, la Casa Bianca può solo sperare che il futuro leader sia davvero più estroverso, loquace ed espansivo del suo predecessore.
Dall'altro, Xi e la delegazione cinese dovranno di necessità affrontare una serie di nodi sul tappeto sui quali le posizioni di Washington e Pechino sono parecchio distanti. Superata, almeno temporaneamente, la contesa sul giusto valore dello yuan (venerdì la moneta cinese, ormai in ascesa costante da un anno e mezzo, ha stabilito un altro record sul dollaro) ci sono molti altri dossier aperti che scottano. In particolare, quelli che riguardano Siria e Iran. Negli ultimi mesi, la Cina ha sostenuto insieme alla Russia i due "Stati canaglia" in seno al Consiglio di sicurezza dell'Onu, provocando notevole irritazione alla Casa Bianca. Che ora chiede esplicitamente a Pechino di assumere una posizione più determinata e meno ambigua nei confronti di due regimi feroci e repressivi che minacciano la stabilità del Medio Oriente.
Ma è difficile, se non impossibile, che con la grande transizione ai vertici della nomenklatura in pieno svolgimento, Xi possa prendere impegni in questa direzione. La partita a scacchi tra Xi e Obama sarà sicuramente aperta e avvincente. Ma fin dalla vigilia la "patta d'accordo" sembra l'esito più scontato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

12/02/2012
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