di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 24 set. - Le esplosioni a Tianjin del mese scorso hanno portato a galla nuove prove di corruzione e di negligenza da parte dei funzionari cinesi. Lo ha dichiarato il premier cinese, Li Keqiang, che martedì scorso aveva ordinato nuove indagini sulle esplosioni che hanno colpito l'area portuale di Binhai, alla periferia della città. Li Keqiang ha definito l'incidente "straordinariamente grave" e aveva chiesto fermezza nell'identificazione delle responsabilità. "Punire chi deve essere punito, licenziare chi deve essere licenziato, senza sconti per i corrotti". L'incidente di Tianjin, ha poi specificato il premier cinese, deve servire da lezione per gli addetti alla sicurezza sui luoghi di lavoro. "Il sangue - ha aggiunto - non deve essere stato versato invano".
Le nuove indagini, coordinate dal Ministero della Pubblica Sicurezza, sono state ordinate a oltre un mese dalla tragedia avvenuta il 12 agosto scorso, che ha provocato oltre 165 morti. Il governo, nelle scorse settimane aveva creato un piano per risarcire le famiglie delle vittime e le persone rimaste senza un tetto dopo le esplosioni avvenute per combustione di materiale chimico staccato nel porto di Binhai. L'onda d'urto delle esplosioni si è sentita a chilometri di distanza, provocando danni a migliaia di abitazioni, molte delle quali ancora oggi inagibili. I residenti nella zona hanno manifestato contro l'offerta delle istituzioni, ritenendola inadeguata rispetto agli attuali prezzi di mercato. Intanto, si possono constatare i primi danni economici derivanti dall'incidente a Tianjin. Secondo una ricerca del gruppo Citi, il traffico di container nei porti cinesi è diminuito su base annua dello 0,6% ad agosto: a trainare al ribasso le stime è il porto di Tianjin, il decimo al mondo per volume di container trattati, dove il calo su base annua è stato ancora più vistoso, pari al 27,6% del traffico totale.
24 SETTEMBRE 2015
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