Tesoro Usa, yuan non più sottovalutato
di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 20 ott. - Lo yuan non è più "significativamente sottovalutato" secondo il Tesoro degli Stati Uniti, ma le oscillazioni della moneta cinese rimangono da tenere d'occhio per vedere come le autorità monetarie di Pechino reagiranno dopo la svalutazione di agosto scorso. Nel rapporto semestrale al Congresso, il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti specifica che la valuta cinese "rimane al di sotto della valutazione appropriata nel medio-termine" rispetto al biglietto verde, ma con toni meno critici che in passato, e senza riferimenti a una possibile manipolazione da parte di Pechino per vantaggi commerciali. Nel rapporto, il Tesoro Usa sottolinea anche che lo yuan si è apprezzato di circa il 30% sul dollaro negli ultimi cinque anni. Il giudizio sulla valuta cinese si è ammorbidito anche rispetto ad alcuni mesi fa: ad aprile scorso, per Washington, il renminbi risultava ancora "significativamente sottovalutato".
Dopo la svalutazione a sorpresa dell'11 agosto scorso, oggi lo yuan ha perso il 2,3% sul dollaro, secondo i calcoli di Washington. "Il Tesoro sta monitorando con attenzione la nuova linea di tasso di cambio e come funzionerà in pratica - si legge nel rapporto - in particolare, se la Cina lascerà che il renminbi risponda alle forze di mercato per l'apprezzamento o il deprezzamento". La svalutazione dello yuan era stata accolta favorevolmente dal Fondo Monetario Internazionale, che l'aveva definita più in linea con il mercato e come un nuovo approccio delle autorità monetarie cinesi rispetto alla moneta. Pechino è anche in attesa di una decisione da parte dell'istituto diretto da Christine Lagarde sull'inserimento, o meno, della valuta cinese nel paniere dei Diritti Speciali di Prelievo, prevista per il mese prossimo. Nel caso di un'inclusione, lo yuan diventerebbe valuta di riserva globale assieme al dollaro, all'euro, allo yen e alla sterlina britannica.
Per sostenere la propria valuta dopo la svalutazione, Pechino ha dovuto fare ricorso alle sue riserve in valuta straniera. Ad agosto si era verificato il più significativo calo su base mensile, con una perdita di 93,9 miliardi di dollari, e a settembre le riserve in valuta estera cinesi si era assottigliate di altri 43,3 miliardi di dollari, scendendo a quota 3514 miliardi di dollari, secondo i dati della stessa People's Bank of China. Il calo è avvenuto in maniera molto veloce, destando anche le preoccupazioni degli analisti: le riserve in valuta estera di Pechino ammontavano a circa quattromila miliardi di dollari nel giugno 2014. Il calo nelle riserve valutarie di Pechino non è passato inosservato nel rapporto del Tesoro che parla di "significativo ammontare" di valuta straniera utilizzata per fermare il declino del renminbi.
20 OTTOBRE 2015
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