TERZO TRIMESTRE CRESCITA AI MINIMI

Pechino, 18 ott.- Economia cinese in frenata nel terzo trimestre del 2011, mentre aumentano le preoccupazioni per la crisi del debito in Europa: secondo i dati pubblicati martedì dall'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, nel periodo luglio-settembre la Cina è cresciuta del 9.1% rispetto allo stesso trimestre del 2010, segnando così il peggior risultato degli ultimi due anni.

 

Nel terzo trimestre 2011 l'economia cinese è cresciuta a un ritmo più lento tanto rispetto alle previsioni -  un sondaggio effettuato su un campione di 22 analisti aveva ipotizzato un aumento del 9.3% - che in confronto con il periodo aprile-giugno, quando il Dragone si era attestato a quota +9.5%. Nella mattinata di martedì, subito dopo la diffusione della notizia, la borsa di Shanghai e l'MSCI Asia Pacific Index hanno registrato perdite tra l'1.2% e il 2%.

 

"I governi asiatici devono ora trovare il modo di mantenere un delicato equilibrio" aveva detto la scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale, riferendosi all'inflazione che continua a mantenersi elevata proprio mentre cresce la minaccia costituita dalla crisi europea. Per contenere gli aumenti del costo della vita – che a settembre, per il quarto mese consecutivo, è cresciuto di oltre il 6% - nel corso dell'ultimo anno il governo di Pechino ha aumentato cinque volte i tassi d'interesse, ha imposto vincoli ai prestiti erogati dalle banche per drenare la liquidità in eccesso e ha adottato misure per frenare i prezzi del settore immobiliare, ormai alle stelle.

 

Ma alcune di queste misure per lottare contro l'inflazione hanno avuto esiti negativi e inaspettati: è il caso, ad esempio, della crisi del credito che stanno affrontando le piccole e medie imprese della città di Wenzhou, uno dei polmoni dell'industria cinese, dove la difficoltà nell'ottenere prestiti dalle banche ha spinto gli imprenditori a rivolgersi sempre di più alle "trust companies", società che concedono "prestiti informali" a tassi che possono anche superare il 100% all'anno. Il Consiglio di Stato ha lanciato ha lanciato una serie di sgravi fiscali e nuove linee di credito per sostenere le PMI della zona, e due settimane fa il premier cinese Wen Jiabao in persona si era recato nella provincia dello Zhejiang per mostrare il sostegno del governo alle imprese.

 

Secondo Nomura e Société Generale, i principali rischi che deve affrontare adesso l'economia cinese sono rappresentati dal possibile rallentamento delle esportazioni e da un calo dei prezzi delle proprietà. Secondo i dati elaborati da Soufun Holdings le compravendite di immobili sono scese a settembre in media del 32% in 20 tra le più importanti città cinesi, e alcuni istituti di credito stanno aumentando i tassi d'interesse sui mutui.

 

Secondo gli analisti di Nomura, un calo delle vendite di terreni a Pechino e Canton presagisce un rallentamento negli investimenti immobiliari. "Il rischio peggiore, al momento, è che il mercato immobiliare rallenti bruscamente nel quarto trimestre" ha dichiarato Yao Wei, economista di Société Generale con sede a Hong Kong.

 

di Antonio Talia

 

ARTICOLI CORRELATI

 

SETTEMBRE: INFLAZIONE + 6.1% 

 

 

PBoC «INFLAZIONE E' ANCORA LA PRIORITA'»

 

 

MISURE CONTRO CRISI WENZHOU

 

 

© Riproduzione riservata