di Geminello Alvi
Ancora, 23 set. - Non v’è dubbio che l’area di Shanghai guadagni d’importanza con l’apertura della borsa di metalli preziosi alle banche internazionali. La borsa di metalli preziosi Shanghai Gold Exchange ha infatti aperto una sua dépendance nella nuova area di libero scambio. E adesso pure gli investitori stranieri istituzionali e le banche possono accedere alle transazioni spot per contratti sull’oro in Cina. Sono già registrati quaranta membri tra i quali banche leader presenti nell’area dell’Asia e del Pacifico, come HSBC Holdings, Standard Chartered e ANZ Banking Group, e inoltre banche di investimento che commerciano in materie prime come Goldman Sachs e UBS. La nuova zona di libero scambio, aperta da un anno a Shanghai, costituisce peraltro il banco di prova per un’ apertura nel commercio transnazionale di capitali e offrendo nuove possibilità di attività e finanziamento in diversi settori implica un qualche sensibile allargamento nell’impiego internazionale dello Yuan.
Per quanto riguarda il commercio di materie prime, il governo cinese si propone, attraverso la zona di libero scambio, la apertura ai capitali stranieri delle borse a termine cinesi. Spetterebbe insomma loro il compito attraverso il fissaggio dei prezzi delle materie prime di riequilibrare l’influenza dei mercati occidentali. Tuttavia la creazione di mercati davvero internazionalizzati implica ancora un lungo processo, visto che la liquidità del mercato a termine cinese si è dimostrata limitata rispetto a quella di Londra e New York. Comunque sia accanto al mercato dell’oro nella zona di libero scambio dovrebbero apparire anche mercati a termine internazionali per le altre materie prime importate in gran quantità dalla Cina, come petrolio, minerali ferrosi e rame. Del resto già l’anno scorso, la forte domanda privata cinese di oro aveva sottratto all’India il primato di maggior consumatore mondiale. Allo Shanghai Gold Exchange sono stati introdotti appunto tre nuovi contratti denominati in Yuan per la consegna d’oro in volume di un etto, un chilo e dodici chilogrammi e mezzo.
23 settembre 2014
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