Taipei, 1 ago. - La presidente della Repubblica di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha presentato le scuse ufficiali alle popolazioni indigene dell'isola per le sofferenze patite nel passato. Tsai Ing-wen, primo capo dello stato con ascendenze aborigene, presiedera' personalmente una commissione d'inchiesta sulla materia, nell'ambito degli sforzi governativi per smorzare le tensioni con la comunita' autoctona: "Presento le mie scuse alle popolazioni indigene da parte del governo" ha detto Tsai "per le sofferenze e le ingiustizia subite nel corso degli ultimi quattrocento anni". "Dobbiamo esaminare seriamente la storia e dire la verita'" ha aggiunto il presidente, sottolineando che le scuse rappresentano "un nuovo passo avanti".
Centinaia di indigeni hanno manifestato davanti al palazzo presidenziale di Taipei nel fine settimana, rivendicando la protezione dei loro diritti di caccia e sollecitando il governo ad azioni concrete. La comunita' indigena, che rappresenta circa il 2% dei 23 milioni di taiwanesi, ha assistito a uno sgretolamento della propria cultura tradizionale da quando sbarcarono, nei secoli scorsi, i migranti dalla Cina. Le terre degli indigeni sono attualmente classificate per la gran parte come parchi naturali, con conseguenti vincoli per la caccia e la pesca.
La disoccupazione e' maggiore tra gli aborigeni e i loro salari sono inferiori del 40% rispetto alla media nazionale, secondo le rilevazioni svolte dal Consiglio delle popolazioni indigene, organismo pubblico preposto alla materia. I cacciatori aborigeni sono autorizzati soltanto all'uso di armi da fuoco di fabbricazione artigianale, che ne rendono il maneggio pericoloso, e non possono cacciare che nei giorni festivi. La presidente Tsai aveva promesso di ampliare l'autonomia e i diritti degli indigeni durante la campagna elettorale, che ha visto il suo Partito progressista democratico conseguire una schiacciante vittoria a gennaio scorso.
01 AGOSTO 2016
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