Pechino, 10 ago.- Nuova zampata del Dragone: secondo i dati ufficiali diffusi il 9 agosto, nel mese di luglio il surplus commerciale cinese è aumentato di 28.7 miliardi di dollari, ben al di là dei 20 miliardi previsti da numerosi analisti, segnando così il record assoluto degli ultimi 18 mesi. Le esportazioni, in realtà, sono cresciute a un ritmo più lento rispetto a quello registrato nel mese di giugno (+38.1% contro + 43.9%), ma nel determinare il risultato finale ha giocato un ruolo decisivo l'import, che è aumentato di un lieve 22.7% contro il 34.1% del mese di giugno, sempre su base annuale. La Cina, insomma, si dimostra sempre più chiusa alle importazioni e sempre maggiormente in grado di soddisfare da sola la propria domanda interna, una situazione che non mancherà di rinvigorire le polemiche in merito all'apprezzamento dello yuan.
La valuta cinese, che non è convertibile, è da tempo al centro degli attacchi incrociati di Bruxelles e Washington, che, dopo l'ancoraggio de facto al dollaro lanciato nel luglio 2008, accusavano Pechino di mantenere artificialmente basso il valore della propria divisa per ottenere un vantaggio sleale negli scambi internazionali. Alla fine del luglio scorso la Cina ha annunciato l'applicazione di una banda di oscillazione più ampia, ma lo yuan si è apprezzato sul dollaro solo di un modesto 0.78%; decisamente troppo poco per non attirare nuove critiche. "L'aumento del surplus commerciale e il calo delle importazioni non faranno altro che aumentare l'insistenza degli USA per ottenere uno yuan più forte e, dall'altro lato, la riluttanza della Cina verso un'ulteriore rivalutazione - ha dichiarato Ben Simpfendorfer, economista di RBS a Hong Kong - ma questa situazione di stallo potrebbe aumentare le pressioni sul Congresso americano per l'approvazione di nuove misure penalizzanti sulle esportazioni cinesi, anche in vista delle elezioni di medio termine del novembre prossimo".
All'inizio dell'anno Pechino aveva totalizzato surplus più contenuti e addirittura un deficit commerciale nel mese di marzo, fattori che avevano fornito al governo argomenti per sostenere la tesi che vi fosse in atto un riequilibrio delle bilance commerciali e che l'economia cinese si stesse rendendo sempre più indipendente dalle esportazioni; ma i dati dell'ultimo trimestre sembrano suggerire che il surplus della seconda metà dell'anno potrebbe ampliarsi ulteriormente. A giocare un ruolo determinante, ancora una volta, sarà la partita in atto nel settore immobiliare, nel quale il governo cinese tenta da mesi di varare nuove misure per placare le speculazioni: i prezzi delle case del mese di luglio nelle 70 città principali si sono mantenuti stabili rispetto al mese precedente, ma sono comunque aumentati del 10.3% su base annua, contro il + 11.4% registrato a giugno.
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