di Antonio Talia
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Pechino, 14 feb.- Al via martedì a Pechino il China-EU summit, il più importante vertice tra Cina e Unione europea. L'incontro, precedentemente fissato per ottobre, era stato rinviato per concedere ai leader Ue l'occasione di incontrarsi in un vertice straordinario sulla crisi del debito pubblico europeo.
Ma a quasi cinque mesi di distanza, anche la nuova edizione del summit Pechino-Bruxelles sarà dominata dalla crisi dell'Eurozona, dopo il nuovo declassamento di Italia, Spagna e Portogallo ad opera dell'agenzia di rating Moody's e i duri scontri avvenuti ad Atene durante l'approvazione del nuovo piano di austerity del governo Papademos.
"La questione del debito è giunta a un punto di svolta critico, - ha dichiarato lunedì il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Liu Weimin nel corso di una conferenza stampa- l'Unione europea è il primo partner commerciale della Cina e rappresenta collettivamente la prima economia del mondo. Riteniamo che sia di fondamentale importanza trovare una soluzione". In un recente rapporto il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato come un'escalation della crisi europea potrebbe avere un notevole impatto sulla crescita della Cina nel 2012, fin quasi a dimezzarla.
Nel pomeriggio di martedì, mattina in Italia, il primo ministro cinese Wen Jiabao incontrerà il presidente europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso. "Sarà l'Unione europea e non la Cina o qualsiasi altra nazione emergente a risolvere la crisi del debito pubblico dell'Eurozona" ha dichiarato Van Rompuy in un'intervista pubblicata oggi dal Quotidiano del Popolo.
I leader europei hanno tuttavia già chiesto alla Cina –che detiene le più imponenti riserve in valuta estera al mondo- di impegnarsi in uno dei fondi salva stato messi a punto per le nazioni in difficoltà.
Pechino, finora, non ha assunto impegni precisi, ma ha investito in grandi società europee come la EDP (fornitore portoghese di energia elettrica), la tedesca Putzmeister e la britannica Thames Water. "Gli investimenti nel debito pubblico europeo sono difficoltosi per gli investitori di lungo periodo- ha dichiarato lunedì Lou Jiwei, il presidente del fondo sovrano cinese CIC- e ogni iniezione di capitali freschi in Europa da parte nostra potrebbe essere diretta verso il settore industriale, ma non nell'acquisto di debito pubblico". Lo stesso Quotidiano del Popolo, voce ufficiale del Partito Comunista Cinese, sottolineava in un editoriale pubblicato lunedì che "la Cina non vuole comprare l'Europa". Il premier Wen Jiabao, tuttavia, ha manifestato all'inizio di febbraio un interessamento verso il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) e il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), sottolineando però che tali impegni andrebbero assunti dalla Cina attraverso il Fondo Monetario Internazionale.
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