Summit Brics al via tra accordi e piano Banca

Summit Brics al via  tra accordi e piano Banca

di Sonia Montrella

 

Roma, 29 mar.- A Nuova Delhi, dove è in corso il summit dei Brics, sotto la lente d'ingrandimento c'è sopratutto lei, la Development Bank: la risposta dei 5 Paesi emergenti alla Banca Mondiale. "Stiamo valutando la possibilità di creare una nostra banca per mobilitare le risorse e impiegarle in infrastrutture e progetti di sviluppo sostenibile che portino progresso ai Brics. " si legge in un comunicato congiunto rilasciato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. "Abbiamo affidato ai ministri delle Finanze il compito di esaminare la fattibilità e la modalità di tale iniziativa, dando il via a un tavolo di lavoro comune il cui obiettivo è quello di stilare un rapporto che verrà esaminato nel corso del prossimo summit".


Secondo le anticipazioni la 'Brics Bank' dovrebbe servirsi delle monete nazionali allo scopo di sostituire il dollaro come valuta favorita negli scambi all'interno del blocco dei cinque. Mentre, a lungo termine potrebbe servire come veicolo di prestiti in caso di crisi finanziarie come quella che ha colpito l'Occidente.


Intanto in India, le singole banche del blocco dei 5 hanno già fatto qualche passo in questo senso atraverso la firma di due accordi da milioni di dollari volti a rafforzare la cooperazione tra i Brics e promuovere il commercio tra i 5 Paesi. In particolare,  Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social  - BNDES – del Brasile; State Corporation Bank for Development and Foreign Economic Affairs, Vnesheconombank of Russia; Export-Import Bank of India; China Development Bank Corporation e Development Bank of Southern Africa hanno firmato un accordo per ridurre la domanda di  moneta pienamente convertibile nelle transazioni tra i Brics con l'Extending Credit Facility in moneta corrente. L'altro accordo prevede invece un abbattimento dei costi per le transazioni commerciali tra i paesi del blocco.


L'obiettivo del blocco, il cui Pil secondo l'FMI è il 19,5% di quello mondiale, è quello di guadagnare una fetta più grossa nel panorama politico internazionale. "Riconosciamo l'importanza dell'architettura globale finanziaria e sappiamo quanto sia importante mantenere la stabilità. Ma sentiamo l'esigenza di chiedere che venga creata una struttura più rappresentativa, che dia maggior spazio ai Paesi in via di sviluppo" si legge nel comunicato congiunto. Una posizione già illustrata ieri dal presidente Hu Jintao che ha sottolineato come la crescita dei Paesi emergenti abbia un effetto costruttivo sull'architettura globale. Per questo "la comunità internazionale deve valutare positivamente e sostenere lo sviluppo di questi Paesi". Ne è convinto anche un funzionario del ministero delle Finanze cinese, che non esclude che la Cina possa aiutare l'Europa e gli Usa ad uscire fuori dalla crisi. E sempre dal ministero delle Finanze, fonti interne hanno dichiarato che la crescita per il 2012 dovrebbe superare il 7,5 , tetto massimo fissato nel corso dell'Assemblea Nazionale del Popolo.


Sul tavolo di Nuova Delhi anche i disordini in Medio Oriente e in Siria: "Le trasformazioni in atto in Nord Africa e Medio Oriente non devono essere un pretesto per procrastinare la ricerca di una soluzione. Al contrario bisogna accelerare il processo. Riconfermiamo il nostro impegno nel raggiungimento di un obiettivo comune secondo quanto stabilito dagli organismi internazionali".  Quanto alla questione siriana "chiediamo lo stop immediato alle violenze e alle violazioni dei diritti umani nel Paese. Il nostro obiettivo è quello di facilitare il processo politico siriano e per questo accogliamo con favore gli sforzi congiunti di Onu e Lega Araba in questo senso". L'unica via possibile però, hanno ribadito i Paesi Emergenti, è quella pacifica del dialogo".

 

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