Stonefly fuori dal coro in Cina e i risultati premiano la scelta

Sono stati dei pionieri, anche rispetto alle tendenze della regione, tutta protesa su mercati geograficamente più vicini, ma adesso stanno raccogliendo i frutti di questa strategia.
«In Cina ci siamo arrivati con un percorso a tappe che io definirei di autentica internazionalizzazione», dice Adriano Sartor, amministratore delegato di Stonefly, l'azienda di Montebelluna che dal 1993 produce calzature ad elevato contenuto tecnologico da uomo e da donna, con 110 addetti solo nel quartier generale e 97 all'estero.
«Metà del fatturato Stonefly proviene dall'attività all'estero: siamo presenti sui mercati esteri, tra i principali c'è l'Europa mediterranea siamo in Spagna, Portogallo, Grecia; Europa centrale (Francia e Germania) e Orientale (Romania e Bulgaria); Asia (Cina e Taiwan); Sudafrica; Usa. Certamente abbiamo imboccato ormai da tempo una strada molto diversa da quella delle aziende della nostra regione. Ma siamo andati avanti a tappe», dice Sartor che, tra l'altro, è vicepresidente dell'associazione nazionale dei calzaturifici (Anci) e, quindi, conosce bene le problematiche della categoria.
«Le calzature Stonefly sia da donna sia da uomo hanno un alto contenuto tecnologico: un esempio è Blusoft, la goccia di gel che permette di camminare senza fatica, ebbene ciò non ci ha impedito di siglare un accordo di licenza con il gruppo Foshan Saturday Shoes - dice Sartor -. Non abbiamo avuto timore di misurarci con i cinesi, per intenderci, anzi dopo un congruo periodo di tempo abbiamo testato la qualità dei nostri partner e affinato con loro la produzione». Stonefly, dunque, non ha avuto pregiudizi. Con buoni risultati. A Pechino con il progetto retail ha fatto sfilare le nuove collezioni 2011/2012 davanti a 150 manager dei più importanti department store del paese asiatico, considerato un ulteriore passo in avanti dell'accordo sottoscritto a settembre scorso con la società Foshan Saturday Shoes per la distribuzione e la commercializzazione dei propri prodotti sul mercato cinese. La previsione è di ulteriore espansione.
«Già fatturiamo il 15% in Cina, prevediamo di aprire 250 punti vendita, tra monomarca diretti e franchising, entro la fine del 2014. Dopo i due monomarca di Pechino - aggiugne Adriano Sartor – e gli store aperti nei maggiori centri commerciali di Wuhan, Ningbo e Wuxi, ne abbiamo inaugurati altri due nuovi a Hangzhou, una delle città più belle nell'area intorno a Shanghai»
Ma non è finita. Le tappe successive del piano retail prevedono l'apertura di altri tre flagship store - a Beijing, Nanjing e Shanghai - e altre 40 opening tra monomarca, corner e shop in shop, come si dice in gergo.
«Punto di forza anche in Cina dei prodotti Stonefly è il blusoft, la speciale goccia in gel che permette di camminare con leggerezza, morbidezza e senza fatica - dice Adriano Sartor – che ha già riscosso un rilevante apprezzamento da parte dei consumatori cinesi per l'elevato grado di comodità. Oltre al partner produttivo, abbiamo il know-how nella distribuzione. Poi esperienze lavorative e stiamo lavorando su quel mercato».
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Le prospettive
250
Punti vendita
Ora Stonefly prevede di aprire 250 nuovi negozi, tra monomarca diretti e franchising, entro la fine del 2014. Dopo i due monomarca di Pechino e gli store aperti nei maggiori centri commerciali di Wuhan, Ningbo e Wuxi, l'azienda ne ha inaugurati altri due nuovi a Hangzhou, una delle città più belle nell'area intorno a Shanghai

07/03/2012