Segnali incoraggianti sul fronte della lotta alle statistiche truccate: il governo cinese ha approvato sabato scorso una norma che punisce con il licenziamento i funzionari pubblici -di qualsiasi grado- che diffondono dati economici fasulli. Il direttore dell'Ufficio Nazionale di Statistica, Ma Jiantang, ha reso noto che il 60% delle violazioni individuate a livello nazionale l'anno scorso riguardavano proprio la falsificazione e la manipolazione dei calcoli. La ragione dietro queste manipolazioni sta spesso nell'incapacità da parte degli amministratori locali di raggiungere gli obiettivi fissati dall'alto. "La nuova norma permetterà di rendere più affidabili le statistiche sull'economia cinese e fotografare meglio la reale capacità della nazione" ha dichiarato il presidente della Commissione Permanente del Congresso Nazionale del Popolo Wu Bangguo, di fatto la terza carica dello stato. Quella sulle statistiche ufficiali, in realtà, è una polemica vecchia almeno quanto l'apertura dell'economia cinese, e si è recentemente inasprita sull'onda delle critiche della comunità internazionale: dopo una guerra di cifre con l'importante equity broker indipendente di Hong Kong CLSA su un indicatore fondamentale per il settore manifatturiero come il Purchasing Manager Index, risalente all'aprile scorso, un alto funzionario dell'Ufficio Nazionale di Statistica, Xu Xianchun, era uscito allo scoperto con un controverso articolo nel quale sosteneva la necessità di rivedere completamente i dati. Lo stesso Ma Jiantang sembra avere avviato da tempo un processo per garantire una maggiore trasparenza delle cifre, ad esempio invitando i giornalisti a partecipare alla raccolta e all'elaborazione delle statistiche del mese scorso. Il predecessore di Ma, Li Deshui, aveva dichiarato che solo nel 2004 i dati sul PIL riferiti dai governi locali avrebbero potuto gonfiare le stime di quasi il 4% e che solo l'intervento del governo centrale aveva riportato i calcoli al livello normale. Ma neanche negli ultimi tempi sono mancati i casi eclatanti, come quell'impresa statale di Chongqing in cui due funzionari hanno gonfiato la produzione da 3 a 30 milioni di yuan, aggiungendo uno zero in coda ai conti ufficiali. Al momento la Cina è impegnata nella lotta per raggiungere un aumento del PIL nazionale del +8% alla fine del 2009, ritenuta da molti osservatori la quota necessaria per mantenere sotto controllo la situazione economica nel paese. Ma la nuova norma entrerà in vigore solo nel 2010.