di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 9 lug. - E' al settimo posto nella classifica Global 500 delle più grandi società al mondo secondo la classifica 2014 di Fortune e lunedì scorso ha dato il via all'ultima rete ad altissimo voltaggio (UHV) che connetterà la seconda centrale idroelettrica del Paese con le regioni costiere della Cina. La State Grid Corporation of China - colosso di Stato cinese nato nel 2002 con oltre 1,5 milioni di dipendenti - è la più grande azienda di distribuzione di energia elettrica del Paese che rifornisce di elettricità l'80% del territorio cinese e potrebbe nelle prossime settimane entrare in CDP Reti con una quota di minoranza.
La società guidata da Liu Zhenya punta oggi sullo sviluppo di una rete di trasmissione energetica ad altissimo voltaggio (UHV) e prevede investimenti in questo settore che potrebbero arrivare entro il 2017 a 620 miliardi di yuan (73,4 miliardi di euro) un terzo dei quali già stanziati per l'investimento iniziale. Il progetto è quello di realizzare almeno undici linee di distribuzione energetica di questo tipo che avrebbero anche una funzione anti-inquinamento, per l'impiego di tecnologie più pulite ed efficienti delle attuali. Il nuovo sistema di distribuzione energetica sarebbe capace di rivoluzionare la trasmissione di energia per le grandi distanze che caratterizzano il territorio cinese, anche se, secondo i più critici, porterebbe con sé diversi problemi di sostenibilità, con il pericolo di frequenti black-out.
L'avanguardia nello sviluppo dell'energia elettrica si accompagna però, alle indagini di corruzione che negli ultimi mesi hanno avuto nel mirino i grandi gruppi del comparto energetico cinese, a cominciare dal gigante degli idrocarburi, China National Petroleum Corporation (CNPC). Il colosso dell'elettricità cinese è attualmente alle prese con le indagini dell'Ufficio Nazionale di Revisione Contabile cinese, che da aprile scorso indaga sui conti del gruppo. In un post pubblicato sul sito di microblogging Weibo, il Twitter cinese, la State Grid aveva inizialmente minimizzato la decisione di indagare sui conti del gruppo come una normale operazione di routine, ma poche settimane dopo, un alto dirigente del gruppo, Zhu Changlin, a capo della North China Grid, che ha in gestione il versante nord-orientale del Paese, era stato preso in consegna dalle forze dell'ordine per essere interrogato su presunti illeciti.
A giugno scorso, il settore dell'energia elettrica cinese aveva subito un nuovo pesante colpo: le analisi dei revisori contabili di Pechino nel mondo dell'energia elettrica cinese hanno svelato un giro di tangenti di 1,1 miliardi di dollari (6,7 miliardi di yuan) in relazione alle linee trans-provinciali cinesi e irregolarità in 21 progetti di energia elettrica che attraversano il Paese da ovest a est. Al centro delle indagini ci sono la China Southern Power Grid e la State Grid, sotto i riflettori anche per un'altra vicenda, quella legata alla Diga delle Tre Gole, cominciata nel febbraio scorso, con le indagini nei confronti dei maggiori dirigenti del più grande impianto idroelettrico del mondo per sperpero di denaro pubblico e per presunte tangenti. In base agli ultimi riscontri, oltre ai dirigenti del gruppo che dal 1993 gestisce il progetto idroelettrico, sarebbero implicati in diverse irregolarità anche dipendenti delle due compagnie, con l'accusa di presunta corruzione e di avere coperto diversi illeciti. di due milioni di tonnellate di CO2 all'anno.
9 luglio 2014
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