Spese militari: dentro e fuori il budget

Spese militari: dentro  e fuori il budget

di Eugenio Buzzetti


Pechino, 5 mar.- La Cina aumenterà nel 2012 le spese per la Difesa dell'11,2% rispetto allo scorso anno, con un incremento di spesa previsto per 67,6 miliardi di yuan (circa 8,1 miliardi di euro) rispetto al 2011. La cifra finale prevista è di 670 miliardi di yuan (circa 80,4 miliardi di euro). Lo ha confermato domenica Li Zhaoxing, portavoce della sessione annuale dell'Assemblea Nazionale del Popolo, apertasi ufficialmente lunedì. 

 

Li  definisce "ragionevole e appropriata" la spesa militare cinese. L'ex ministro degli Esteri ha ricordato che il prodotto interno lordo e la spesa fiscale sono cresciuti su base annua rispettivamente del 14,5% e del 20,3% ma la spesa per la Difesa è cresciuta solo del 13%. Li ha poi precisato come la quota dedicata alle spese militari del Pil cinese sia passata dall'1,33% del 2008 all'1,28% del 2011 e che, nello stesso periodo, in base alle voci di  spesa fiscale, le spese della Difesa siano scese dal 6,6% al 5,5%. Un rapporto presentato dal primo ministro cinese Wen Jiabao, poi, sottolinea come la Cina aumenterà la capacità delle forze armate per raggiungere un ampio spettro di obiettivi militari, "il più importante dei quali -si sottolinea nel rapporto, citato dall'agenzia di stampa di Stato Xinhua- è vincere le guerre locali alle condizioni dell'era dell'informazione". Tra gli obiettivi militari, grande enfasi viene data alla lotta al terrorismo, al mantenimento della stabilità, all'affrontare le emergenze e le calamità.

 

Il tasso di crescita della spesa militare è leggermente più basso del 12,7% dello scorso anno, anche se rimane in linea con quello delle ultime due decadi, secondo quanto riportato dal Financial Times e, se si esclude il 2009, dal 1989 a oggi, non è mai sceso sotto le due cifre. Ma i dati ufficiali della spesa militare cinese non coincidono generalmente con quelli di osservatori ed esperti stranieri. Per il Sipri (Stockholm International Peace Research Institute), l'istituto svedese che analizza l'andamento del mercato delle armi nel mondo e le spese dei singoli Stati, le cifre ufficiali che ogni anno Pechino rende note coprono solo poco più del 60% della spesa militare effettiva del Dragone. Le voci non contemplate nei bilanci ufficiali sono quelle destinate alla Polizia Armata del Popolo ("Wujing"), forza che risponde direttamente al governo centrale e che ha un proprio budget a parte, e alle forze ausiliarie, in parte finanziate dalle amministrazioni locali.

 

Tesi quest'ultima, avversata dall'ex ministro degli Esteri. "La spesa in ricerca, acquisizione, mantenimento e trasporto e immagazzinamento dell'equipaggiamento, inclusi nuovi sistemi militari -spiega Li- è inclusa nel budget presentato annualmente". Per gli analisti internazionali, si tratterebbe comunque di una cifra troppo bassa per contenere tutte le voci inerenti al mantenimento dell'esercito. Anche basandosi solo sui dati ufficiali, il budget della Difesa del Dragone è, sempre,costantemente, tra i più alti al mondo. Nonostante la crisi economica globale avesse rallentato la corsa agli armamenti, la Cina aveva fatto registrare nel 2010 il più alto incremento di spesa in Asia, 4,4 miliardi di dollari, sulle spese del 2009. Complessivamente nel 2010 erano stati spesi 119 miliardi di dollari, con un incremento del 3,8% rispetto al 2009, il 2,1% del prodotto interno lordo del Dragone.

 

Tra le prime reazioni alla notizia del budget militare di Pechino per il 2012, c'è quella del Sipri. "Questo incremento di spesa -commenta Sam Perlo-Freeman, direttore del Progetto  Spese Militari dell'istituto di Stoccolma- si inserisce nella crescita a lungo termine della spesa militare cinese, in linea con la sua rapida ascesa economica". "Data però la crescita dell'inflazione -precisa l'analista- che è stata del 4,5% a febbraio, è possibile che il reale incremento sia sotto il tasso di crescita del Pil cinese per il terzo anno consecutivo".
"Sembrerebbe, dunque -ipotizza, infine, l'esperto- che l'aumento dell'attenzione statunitense sulla regione dell'Asia-Pacifico e le recenti tensioni nel Mare Cinese Meridionale non abbiano portato a una crescita inaspettata della spesa militare cinese". Perlo-Freeman lamenta, poi, una scarsa trasparenza nelle cifre prodotte da Pechino e precisa che secondo le stime del Sipri "la spesa militare cinese sarebbe più del 50% superiore del budget ufficiale della Difesa, anche se questo dato può avere un sostanziale margine di errore".

 

Tesi parzialmente condivisa anche da Sarah McDowall, analista di temi legati alla Difesa per le potenze asiatiche presso lo IHS Jane's, società leader nel campo della ricerca sui temi della Difesa, che punta l'attenzione sul fatto che "Pechino non voglia provocare uno scontro militare" e spiega la crescita del budget come risposta al tentativo degli Usa di riaffermarsi come potenza regionale nell'area. "L'incremento -afferma l'analista- è parzialmente motivato dalla campagna strategica di Washington di riaffermarsi nella regione dell'Asia-Pacifico e evidenzierà i crescenti mezzi della Cina per imporsi sulle rivendicazioni territoriali nella acque contese tra vari Stati, nel Mare Cinese Meridionale, e nel Mar Giallo".

 

In un editoriale, l'agenzia di stampa statale Xinhua, commenta il budget militare cinese attraverso tre punti che "non dovrebbero essere trascurati per capire correttamente le intenzioni della Cina ". Il primo punto, cioè la sostanziale continuità con la crescita economica è , per la Xinhua, "una chiara espressione del fatto che la Cina non devierà dalla priorità dello sviluppo economico o cambierà le sue politiche militari a causa di tensioni fuori dalla Cina". in secondo luogo, attraverso l'andamento del budget militare la Cina dimostra di "essere all'altezza" delle "varie sfide globali". Infine, le previsioni di spesa per la Difesa mandano "un chiaro messaggio che la Cina è irremovibile nel mantenere la sicurezza nazionale e la pace globale".

 

 

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