SPAZIO: DECOLLATO PRIMO MODULO

Pechino, 29 set. - La Cina comincia la Lunga Marcia nello spazio. Dal deserto del Gobi è decollato con successo il modulo spaziale Tiangong I, primo tassello della stazione spaziale internazionale che Pechino vuole completare entro il 2020. Il modulo pesa 8,5 tonnellate, ha una lunghezza di 10,4 metri e un diametro massimo di 3,35 metri. Azionato da razzi Long March F2, operera' in modo autonomo monitorato da terra.
Il Palazzo Celeste - questo il significato del nome della navicella - restera' nello spazio per due anni e a novembre sara' raggiunto dall'astronave Shenzhou VIII per quella che rappresentera' la prima esperienza del Dragone nel campo del docking, ovvero l'assemblaggio spaziale. Secondo il programma del Cmse, le due navicelle resteranno unite per 12 giorni prima di essere ridivise. Dopodiche', Shengzhou VIII rientrera' sulla terra atterrando in Mongolia interna. Tuttavia, il docking - spiegano gli esperti - e' un procedimento estremamente complesso in quanto i due veicoli viaggiando a 28mila Km/h devono avvicinarsi in modo progressivo evitando quell'urto che li distruggerebbe. Se cio' sara' effettuato con successo, l'anno prossimo Pechino inviera' altre due navicelle - Shenzhou IX e X - entrambe con almeno un astronauta a bordo.
Decollato dal Jiuquan Satellite Launch Center nella provincia del Gans alla presenza del premier Wen Jiabao (mentre il presidente Hu Jintao assisteva alle operazioni di lancio dal centro spaziale di Pechino), Tiangong I e' stato presentato di recente come la pietra miliare della conquista cinese dello spazio. Il piano e' ambizioso: la Cina punta a costruire un laboratorio spaziale entro il 2016 e ad assemblare la prima stazione spaziale da 60 tonnellate entro il 2020, le stesse dimensioni dunque dello Skylab statunitense degli anni '70. Si tratta di cifre irrisorie, se confrontate con la piattaforma spaziale internazionale da 400 tonnellate realizzata da Stati Uniti, Russia, Europa, Canada e Giappone, tuttavia cio' che il il Dragone vuole dimostrare e' di avere le risorse per gareggiare tra le stelle.
Dopo il volo spaziale del 2003 guidato da Yang Liwei e con il docking previsto per la fine dell'anno, la Cina sembra voler seguire le orme di Stati Uniti e Russia che mossero i primi passi nello spazio negli anni '60. Non solo. Mentre Mosca fa sapere che le missioni nello spazio non sono piu' una priorita' e Washington fa slittare al 2017 il prossimo viaggio spaziale di astronauti, Pechino si appresta a ritagliarsi un posto d'onore nel campo delle guerre stellari.
CONTO ALLA ROVESCIA PER LANCIO MODULO SPAZIALE
Pechino, 29 set.- Una nuova Lunga Marcia condurrà la Cina nello spazio. Tutto è pronto alla base missilistica nel deserto del Gobi per il lancio in orbita del modulo spaziale Tiangong I. Il decollo è previsto per giovedì sera tra le 21.16 e le 21.30 dal Jiuquan Satellite Launch Center nella provincia del Gansu in concomitanza con l'inaugurazione delle celebrazioni per la Festa Nazionale cinese del 1 ottobre, sessantaduesimo anniversario della proclamazione della Nuova Cina.
A riferirlo è Wu Ping, portavoce dell'agenzia spaziale China Manned Space Engineering (Cmse) che condurrà la missione. Quanto alle caratteristiche tecniche, il modulo pesa 8,5 tonnellate, ha una lunghezza di 10, 4 metri, e un diametro massimo di 3,35 metri, è azionato da razzi Long March F2 e opererà in modo autonomo monitorato da terra.
Il Palazzo Celeste – questo il significato del nome della navicella – resterà nello spazio per due anni dove a novembre sarà raggiunto dall'astronave Shenzhou VIII per quella che rappresenterà la prima esperienza del Dragone nel campo del docking, ovvero l'assemblaggio spaziale. Secondo il programma del Cmse, le due navicelle resteranno unite per 12 giorni prima di essere ridivise. Dopodiché, Shengzhou VIII rientrerà sulla terra atterrando in Mongolia Interna. Tuttavia, il docking – spiegano gli esperti – è un procedimento estremamente complesso in quanto i due veicoli viaggiando a 28mila Km/h devono avvicinarsi in modo progressivo evitando quell'urto che li distruggerebbe. Se ciò sarà effettuato con successo, l'anno prossimo Pechino invierà altre due navicelle – Shenzhou IX e X- entrambe con almeno un astronauta a bordo.
Intanto Tiangong I è già stato presentato come la pietra miliare della conquista cinese dello spazio. E il piano è ambizioso: Pechino punta a costruire un laboratorio spaziale entro il 2016 e ad assemblare la prima stazione spaziale da 60 tonnellate entro il 2020, le stesse dimensioni dunque dello Skylab statunitense degli anni '70. Cifre irrisorie se confrontate con la piattaforma spaziale internazionale da 400 tonnellate realizzata da Stati Uniti, Russia, Europa, Canada e Giappone, tuttavia ciò che conta – sembra voler dimostrare il Dragone – è che la Cina sia presente.
Dopo il volo spaziale del 2003 guidato da Yang Liwei e con il docking previsto per la fine dell'anno, la Cina sembra voler seguire le orme di Stati Uniti e Russia che mossero i primi passi nello spazio negli anni '60. Non solo. Mentre Mosca fa sapere che le missioni nello spazio non sono più una priorità e Washington fa slittare al 2017 il prossimo viaggio spaziale di astronauti, Pechino si appresta ritagliarsi un posto d'onore nel campo delle guerre stellari.
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