di Sonia Montrella
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Pechino, 24 giu. - La Spagna ha archiviato le accuse di genocidio nei confronti dell'ex presidente cinese, Jiang Zemin, l'ex premier Li Peng e altri tre dirigenti del Partito comunista cinese, in relazione alla repressione nel Tibet. Il Tribunale nazionale, alla luce delle modifiche approvate a marzo della legge sulla giurisdizione universale, ha rinunciato a perseguirli in quanto l'inchiesta non riguarda cittadini spagnoli o persone stabilmente residenti in Spagna. La decisione e' stata presa con il voto favorevole di nove giudici su quindici.
Soddisfazione e' stata espressa da Pechino: "Come sempre sottolineato, la Cina e la Spagna godono di una lunga amicizia. Le due parti rispettano e sostengono gli interessi reciproci", ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua ChunyingL'inchiesta era stata avviata nel 2006 su denuncia della Fondazione Casa del Tibet. A febbraio era stato spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti di Jiang Zemin, Li Perng e gli altri tre, dopo che a ottobre l'Alta Corte aveva accettato il ricorso di un gruppo di esuli tibetani capeggiati da Thubten Wangchen, che e' cittadino spagnolo.
Jiang Zemin era accusato fra l'altro di avere promosso e messo in atto le leggi che hanno permesso il ripopolamento della regione autonoma cinese da parte dei cittadini dell'etnia maggioritaria han, e di avere permesso al detenzione e la tortura di migliaia di tibetani. Nessun ordine di cattura, invece, per il successore di Jiang alla guida della Cina, Hu Jintao, che era stato segretario del Partito Comunista in Tibet tra il 1988 e il 1992, ed era inizialmente iscritto nella lista degli indagati dal tribunale spagnolo.
24 giugno 2014
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